Dall'Argentina arriva la notizia di scarcerazione dell'ex brigatista Leonardo Bertulazzi, accogliendo un ricorso della difesa e riconoscendo che la revoca dello status di rifugiato, decretata dal governo di Javier Milei, non era effettiva al momento dell'arresto di Bertulazzi avvenuto lo scorso 29 agosto.
Cosa dice la sentenza
Nella sentenza, emessa dalla Camera Federale di Cassazione, si rilevano elementi di "arbitrarietà" e considerazioni "dogmatiche" nelle sentenze di primo grado e di appello che avevano negato la scarcerazione di Bertulazzi. I supremi giudici argentini hanno tenuto conto inoltre del fatto che al momento dell'arresto Bertulazzi "viveva insieme alla moglie da oltre 20 anni nello stesso domicilio del quale è proprietario".
Arrestato brigatista Bertulazzi
Chi è Leonardo Bertulazzi
Latitante dal 1980, Bertulazzi apparteneva alla colonna genovese delle Brigate rosse, e nel 2002 le indagini condotte dalla Polizia italiana e dall’Interpol ne avevano già permesso l’arresto. Quegli otto mesi trascorsi in carcere hanno così evitato la prescrizione della pena di 27 anni di reclusione per i reati di sequestro di persona, associazione sovversiva, banda armata e altro che dovrà ora scontare al suo rientro in Italia. Con il nome di battaglia di "Stefano", tra l’altro, partecipò a Genova al sequestro dell’ingegnere navale Piero Costa nel gennaio del 1977, e, con i 50 milioni di lire ricavati, fu sovvenzionato l’acquisto dell’appartamento romano di via Montalcini 8 dove venne tenuto prigioniero Aldo Moro.