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Cronaca

Il suicidio era un femminicidio: alla sbarra il marito accusato di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia
1 minuto e 16 secondi di lettura
di Annissa Defilippi

È iniziato questa mattina davanti alla Corte di assise di Genova il processo per omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia per Ahmed Mustak, l’uomo di 44 anni accusato di avere ucciso la moglie, Sharmin Sultana, 32enne, e di aver mascherato il delitto con un suicidio. 

Il suicidio era un femminicidio 

In aula le testimonianze dei carabinieri che intervenuti il 7 marzo 2023 in via Ferro a Sestri Ponente trovarono il corpo della donna caduta dalla finestra di casa facendo un volo di otto metri. Quello che inizialmente era sembrato un suicidio si rivelò in seguito un femminicidio. Le indagini hanno fatto emergere violente liti di coppia avvenute anche davanti ai figli piccoli. E proprio il racconto di uno dei bambini, attraverso dei disegni e l'ascolto degli psicologi, ha indirizzato il caso verso l'omicidio volontario. Il padre - ha detto il minore - picchiava la madre perché stava sul telefonino e faceva video sui social. 

Le chat della donna: "Mio marito mi picchia"

L'imputato, intanto, col passare dei mesi aveva cambiato versione. Prima aveva detto di non essersi accorto di nulla quel giorno perché si trovava a letto malato, più avanti aveva parlato di una caduta accidentale dopo una lite. Significative per gli investigatori anche le chat trovate sul cellulare della vittima che scriveva alle amiche "mio marito mi picchia". Ora tutte le versioni andranno rivalutate dalla corte presieduta dal presidente della Corte Massimo Cusatti. 

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