Dopo la sgomento e la rabbia ecco l'amore e la solidarietà. La tragedia della mamma albanese di Sampierdarena che si sarebbe tolta la vita per paura di perdere i quattro figli a causa della separazione dal marito ha colpito tutti: nei giorni scorsi al centralino della questura sono arrivate molte telefonate di genovesi che hanno chiesto come aiutare i bambini.
Il marito assolto dalle indagini
Una tragedia complessa, che sembra avere due facce: quella formale raccontata dall'avvocato del tribunale che curava gli interessi dei figli della coppia che disegna l'uomo come una persona equilibrata e capace di rivestire il ruolo di papà con attenzione, tanto che i bambini estinta la procedura di separazione per la morte della donna sono stati affidati a lui. Da poliziotti della mobile e della digos trapela inoltre che il padre non rischia di essere accusato di induzione al suicidio ed escludono fosse un fondamentalista islamico, come aveva accusato la moglie. Anche se su questo sarà importante la testimonianza della sorella della vittima, che si è buttata anche lei nel vuoto, ricoverata in rianimazione.
L'uomo è però "condannato" dal quartiere
Opposta la faccia della medaglia raccontata dalla gente di Sampierdarena: conoscenti e amici della donna che descrivono il marito come un coniuge che non rispettava la moglie. Questo avrebbe contribuito a fare perdere la lucidità alla donna, fra l'altro economicamente del tutto dipendente dall'uomo. Un papà, dicono ancora le amiche della vittima, disattento nei confronti dei figli.
Alle 10 di domenica 12 gennaio queste amiche, fra cui tante mamme di Sampierdarena a cui la vittima confidava le sue angosce, si sono date appuntamento sotto il ponte San Giorgio, in Valpolcevera, per una preghiera per l'amica scomparsa.
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