GENOVA - Il comitato ricordo vittime Ponte Morandi è stato escluso dalle parti civili nell'udienza preliminare di questa mattina nella tensostruttura del tribunale di Genova. E' la notizia arrivata in diretta alle ore 11 circa: solo un'ora prima, in ingresso in tribunale, la presidente Egle Possetti aveva dichiarato: "Speriamo di essere ammessi come parte civili e che la giustizia vada avanti spedita". Verso le 14,30 l'udienza è stata rimandata al 12 dicembre, quando verranno citati i responsabili civili. La mancata legittimazione poiché il comitato è nato dopo i fatti, ovvero dopo il crollo, è la motivazione che ha portato alla sua esclusione: un significato forte e importante per loro essere riconosciuti, come hanno raccontato i parenti delle vittime, che oggi è decaduto. "Eravamo fiduciosi incautamente", ha dichiarato Possetti non appena uscita dal tribunale.
Il comitato non è la sola parte civile esclusa: nel corso del dibattimento questa mattina sono state molte le associazioni che non potranno proseguire nella loro richiesta di danni. Tra loro per esempio il comune di Pinerolo in provincia di Torino, in solidarietà alla famiglia Possetti che nel crollo ha perso quattro familiari, anch'esso escluso come altri comitati di vittime autostradali. Esclusi anche i sindacati dal procedimento, mentre Regione Liguria, Presidenza del consiglio e Comune di Genova sono stati ammessi in quanto hanno subito "un danno immediato: è stato questo il principio di ispirazione con cui sono state ammesse le parti civili", spiega Raffaele Caruso, legale del Comitato ricordo vittime Ponte Morandi.
"Hanno escluso il comitato, il giudice ha citato le altre sentenze che avevano fatto giurisprudenza come quella toscana (di Sant'Anna in Stazzema, ndr) ma ha asserito che non avevano attinenza con la nostra situazione. Siamo dispiaciuti, avevamo speranza che ci potesse essere giurisprudenza favorevole in questo caso e crediamo che la norma vada modificata. Comprendiamo la ratio della norma sicuramente fatta per evitare che si costituiscano dopo associazioni strane per avere risarcimenti ma nel nostro caso è assurdo che non possa essere fatto", ha dichiarato a Primocanale Egle Possetti.
"Non molleremo di una virgola, come parenti, all'interno del processo, non molleremo di una virgola l'azione per avere giustizia. La notizia è positiva perché si alleggerisce il numero delle parti civili ma speravamo che non si alleggerisse di noi", conclude Possetti.
Un appuntamento importante datato due dicembre, lo ha annunciato Egle Possetti di fronte al palazzo di Giustizia di Genova. Quel giorno, alle 17:30, un presidio silenzioso dei parenti delle vittime del Morandi davanti alla Prefettura. Sollecitare e ribadire, queste le sue parole: "L'ultima cosa che pensiamo è sciogliere il comitato. Le parti singole che saranno nel processo lavoreranno per tutti, perché lo spirito è sempre stato quello - chiarisce anche -. Anche la nostra famiglia che ha un perito sta lavorando per tutti perché il lavoro che fa va a beneficio di tutti". "Abbiamo - conclude Possetti - un incontro il due dicembre in Prefettura per sollecitare il nostro disegno di legge (a favore delle vittime di incuria) che giace addormentato in Parlamento."
Poche presenze questa mattina all'interno della tensostruttura del tribunale di Genova dove è ripreso il processo Morandi con l'udienza preliminare: 59 gli indagati per il crollo del ponte del 14 agosto 2018, e all'ordine del giorno la lunga lista di oltre 500 parti civili che hanno fatto richiesta di danni. Tra loro anche il comitato dei parenti delle vittime, accanto a grandi attori pubblici, come la presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Liguria, Comune di Genova.