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Cronaca

Il cappellano di Marassi: "Negli occhi dei detenuti non il male ma solo disperazione, per rieducare e salvare serve maggiore coinvolgimento della città"
1 minuto e 58 secondi di lettura
di Michele Varì

 

La soddisfazione più grande è stato seguire il percorso di redenzione di un mafioso che ha vissuto con un santino in una mano e una pistola nell'altra.

Don Paolo Gatti è il prete che ha il compito più ingrato e più difficile: rieducare i peccatori, i rei, i reietti della società, quelli che sono stati condannati, almeno dal codice penale, e si ritrovano dentro una cella, perchè lui è da vent'anni il cappellano del carcere di Marassi, definito una cajenna perché sempre sovraffollato.

Don Paolo che ha si è laureato sognando di fare il chimico, si è ritrovato a fare il prete per vocazione e quando gli è stato detto di andare in carcere, come un militare di Cristo, ha obbedito. Con la fede nel cuore e consapevolezza che dietro le sbarre ci sarebbe stato tanto lavoro per lui, come ce n'è nelle parrocchie fuori dal penitenziario. Perché - dice - i peccatori sono ovunque, la differenza la fa il codice penale. E anche lo storie di vita di ogni detenuto, tutte diverse che si ritrovano insieme, ammassate dentro un istituto che dovrebbe accogliere al massimo 600 reclusi e invece ne custodisce otre 800, anche in sei in una cella, senza aiutarli a capire sugli sbagli fatti. Dietro le sbarre tanti spacciatori, molti sono stranieri, tanti di altre fedi religiose, ma c'è anche chi finisce in cella dopo un furto al supermercato, trasformato in rapina spingendo il vigilantes o il cassiere.

La salvezza dei detenuti potrebbe arrivare dal lavoro all'esterno - dice don Paolo - e in un'integrazione vera con la città, che invece vede ancora il suo carcere come un corpo esterno, isolato.
Un modo elegante del cappellano di invitare chi lavora nel suo carcere e pure gli amministratori di Genova, ad avere coraggio e aprire le porte a chi per motivi diversi è rinchiuso in una cella, dove non espia solo la pena prevista dal codice ma anche quella di una società che incapace garantire la rieducazione e il reinserimento di chi ha sbagliato.

L'intervista a don Paola va in onda stasera alle 22.30 su Primocanale, ma è già visibile sui social di Primocanale, su sito, nel banner dedicato a Michè, e su Facebook e Instagram.

Ecco gli orari dei passaggi in tv nel resto della settimana:
Mercoledì: 15:00
Giovedì: 17:30 - 20:35
Venerdì: 17:00
Sabato: 08:15 - 18:35 - 20:15
Domenica: 09:30 - 12:30 - 17:25 - 23:15

Lunedì: 17:00 - 20:35
Martedì: 07:30 - 17:30

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