GENOVA -La comunità russa a Genova, in tutto 900 persone, è in grande comprensibile imbarazzo l'attacco di Putin all'Ucraina: quasi mai i russi genovesi parlano con i giornalisti. Chi è favorevole alla guerra, e ce ne sono, sanno di essere drammaticamente impopolari, ma anche chi è contrario preferisce stare zitto, per paura di ritorsioni nel proprio Paese.
Difficoltà emerse anche nella messa nella chiesa di santa Zita a cui erano invitate tutte le religioni cristiane e dove c'erano i due sacerdoti del patriarcato della chiesa di Mosca, che incontrano i fedeli nella chiesa di San Giorgio, nel centro storico, ma non c'erano i fedeli russi. Come ha rimarcato padre Tarasenko, cappellano della comunità ucraina: "I due sacerdoti di Mosca hanno assicurato la loro preghiera ma non nascondo che pur essendoci posti riservati sia per ucraini che per i russi si sono riempite solo le nostre sedie e questo mi dispiace".
Nella provincia di Genova invece vivono 3300 ucraini, per la maggior parte donne.
Tarasenko spiega: "Noi ucraini non siamo contro il popolo russo, non si deve pacificare il popolo perché lo scontro è solo fra i politici, per ambizioni personali". La riprova di questo è che nella chiesa di Santo Stefano abbiamo fra noi anche un volontario russo. I soldati russi in guerra disertano? Sì, sta capitando, molti lasciano le armi e si rifiutano di combattere, ma altri rischiano di perdere la vita senza sapere neanche il perchè di questa guerra"