"Nel 1995 il viadotto Polcevera risultava come nuovo, risanato come confermava dal rapporto dei controlli trimetrale che non segnalava difetti, questo grazie all'imponenza dei lavori svolti e le risorse straordinarie investite a Aspi e Spea".
Ingegnere esperto di ponti
L'ha detto al processo Morandi Giampaolo Nebbia (nella foto di spalle), uno dei dirigenti della società di ingegneria di Spea imputati per il crollo del viadotto del 2018. Sessantanove anni, ingegnere civile, in Spea dal settembre del 1982, il tecnico ha detto che si è sempre occupato di ponti in esercizio, progettazione e interventi di ripristino, ma anche dei sistemi di sorveglianza, prima con rapporti cartacei, poi con i primi software, sino al 2015 quando era abilitato alle certificazioni Rina.
Riabilita anche le vituperate prove riflettometriche
L'ingegnere, che ha parlato per più ore, assistito dagli avvocati Marafioti e Amoroso, ha riabilitato le prove riflettometriche, un sistema di controllo basato su impulsi elettrici, "usate periodicamente sugli stralli del viadotto e che non avevano mai dato segnali di allarme".
Ma pm e periti dicono l'esatto contrario
La dichiarazioni spontanee di Nebbia di fatto dicono l'esatto contrario di quanto sostiene l'accusa e anche i periti dei giudici che sostengono invece che non sono mai stati svolti controlli adeguati con scassi sulla pila 9 crollata, come si sarebbe dovuto fare visto che erano stati trovati ammaloramenti sulle altre due pile, poi risanate, questo proprio per gli inadeguati investimenti di Autostrade per l'Italia dedicati al monitoraggio.
Magistrati e periti hanno anche smontato in modo impietoso la validitrà delle prove riflettometriche che invece Nebbia ha accreditato ribadendo che non avevano mai dato segnali di allarme: "Le Rimt nel mondo vengono utilizzate solo in Italia e in pochissimi altri Paesi perchè non garantiscono lo stato dei cavi di acciaio annegati nel calcestruzzo".