Papa Francesco accolto a Genova da migliaia di fedeliOltre 100mila fedeli avevano accolto Papa Francesco a Genova nel 2017 per la visita di Papa Francesco. Cinque le tappe programmate dopo l'arrivo in aeroporto: all'Ilva per incontrare il mondo del lavoro, nella cattedrale di San Lorenzo coi religiosi, al Santuario di Nostra Signora della Guardia per dialogare coi giovani e pranzare con poveri, migranti e detenuti. Nel pomeriggio la visita l'ospedale Gaslini per salutare i piccoli pazienti e le loro famiglie, quindi la Messa finale sul grande spiazzo della Foce. Di seguito la telecronaca dei colleghi di Primocanale nel 2017.
L'arrivo in aeroporto
7.30 - Ad attendere il Pontefice in aeroporto, il sindaco Marco Doria, il presidente ligure Giovanni Toti e il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. L'atterraggio del volo è previsto alle 8.15.
8.00 - "Nelle parole di Bergoglio leggo un grande impegno per cambiare la realtà, poi tutto il tema della solidarietà e di chi è rimasto indietro, i suoi appelli sono stati pressanti fin dall'inizio del pontificato. All'Ilva è una giornata importante anche dal punto di vista industriale, spero sia un'occasione per ribadire la centralità di questo stabilimento", ha detto Toti.
8.15 - L'aereo sta per atterrare sulla pista del Colombo.
8.17 - Il Falcon con a bordo Papa Francesco è atterrato.8.24 - Il Papa è sceso dall'aereo: per la prima volta ha toccato il suolo di Genova. Dopo il saluto con Doria, Toti, il prefetto Spena e il cardinale Bagnasco parte per l'Ilva.
8.30 - "Lo abbiamo ringraziato per la sua opera e per le attività socio assistenziali e per ciò che fa la Chiesa in città", ha detto Marco Arato, presidente dell'Aeroporto di Genova.
Con i lavoratori dell'Ilva
8.30 - 1.600 lavoratori attendono il Papa nel capannone più vecchio dell'Ilva, dove è nata la siderurgia a Genova. Tante bandierine per salutarlo.
8.33 - Il Papa è arrivato all'Ilva dove ha iniziato a salutare i lavoratori a bordo della papamobile.
8.43 - "La situazione del lavoro è seria e grave. Continua a colpire giovani e adulti. Il luogo che abbiamo scelto, subito messo a disposizione, è emblematico del problema. Il rapporto della Chiesa genovese col mondo del lavoro ha sempre cercato di salvaguardare il porto, le industrie, le piccole e medie imprese oltre che i centri direzionali presenti. Grazie Santo Padre", il saluto del cardinale Bagnasco.
8.46 - "È la prima volta che vengo a Genova, essere così vicino al porto mi ricorda dove è uscito mio papà. Questo mi fa una grande emozione, grazie all'accoglienza vostra", le prime parole del Papa. "Conoscevo le domande, ma ho voluto pensare bene per rispondere bene".
8.48 - Le domande dei lavoratori al Papa. Ferdinando Garrè, imprenditore delle riparazioni navali: "Nel nostro lavoro ci troviamo a lottare con tanti ostacoli: la mancanza di infrastrutture, la burocrazia. Ci rivolgiamo a lei, Santità, per chiedere una parola di vicinanza, una parola che ci conforti e ci incoraggi a superare gli ostacoli in cui ogni giorno ci imbattiamo.
8.50 - "Faccio una premessa - dice il Papa - Il mondo del lavoro è una priorità umana, e pertanto cristiana, e anche del Papa. Dove c'è un lavoratore c'è lo sguardo di Gesù. L'imprenditore è una figura fondamentale della buona economia. Non c'è buona economia senza buoni imprenditori. A volte si pensa che il lavoratore lavori bene solo perché è pagato: questa è disistima. Il vero imprenditore conosce i suoi lavoratori. Un imprenditore dev'essere prima di tutto un lavoratore. Un imprenditore non ama licenziare la sua gente. Oggi vende la sua gente, domani vende la propria dignità".
8.57 - "Quasi un anno fa ricordo la messa a Santa Marta. Si è avvicinato un uomo, piangeva. 'Sono venuto a chiedere una grazia, sono al limite, devo licenziare 60 lavoratori e non voglio, perché sento che licenzio me stesso'. Quell'uomo piangeva, quello era un bravo imprenditore", ha detto Papa Francesco.
9.00 - "Imprenditore e speculatore sono due cose diverse. Lo speculatore usa l'azienda per fare profitto. Licenziare, chiudere, spostare l'azienda non gli creano alcun problema. Lo speculatore usa, strumentalizza, mangia persone e mezzi. Con lo speculatore l'economia perde volto e perde i volti", ha detto Papa Francesco. "Il sistema politico incoraggia spesso gli imprenditori disonesti".
9.05 - Micaela, interinale di 41 anni, parla a nome di Cgil, Cisl e Uil e chiede di trasformare il lavoro in una forma di riscatto sociale. "Mi viene in mente il ricatto sociale - risponde Papa Francesco - ora dico una cosa reale accaduta in Italia un anno fa: c'era una coda di gente disoccupata per trovare un lavoro. A una ragazza hanno proposto 800 euro al mese per 11 ore al giorno. Lei ha risposto: solo 800 per 11 ore? Le hanno detto: se non le piace se ne vada. Questo non è riscatto, questo è ricatto.
9.10 - "Il lavoro è più che uno strumento per vivere, è partecipazione alla creazione - dice Papa Francesco - ci sono pochi errori più grandi di quando il lavoro umilia e uccide. Il lavoro può fare molto male perché può fare molto bene. Il lavoro è amico dell'uomo e l'uomo è amico del lavoro. Per questo non è facile riconoscerlo come nemico. Gli uomini e le donne si nutrono col lavoro, col lavoro sono unti da dignità. Intorno al lavoro si edifica l'intero patto sociale. Quando non si lavora o si lavora male, poco o troppo è la democrazia che entra in crisi, e tutto il patto sociale. È anche questo il senso del primo articolo della costituzione italiana.
9.16 - "Non bisogna rassegnarsi a un mondo in cui solo metà dei lavoratori lavoreranno e gli altri saranno mantenuti con un assegno sociale. L'obiettivo da raggiungere non è il reddito per tutti, ma il lavoro per tutti. Senza il lavoro non ci sarà dignità", ha detto il Papa. "Si va in pensione all'età giusta, ma è contro la dignità delle persone mandarle in pensione a 25, 40 anni con un assegno dello Stato. Vado avanti con un assegno? Sì. Ho dignità? No".
9.20 - Una ragazza è svenuta nel capannone dell'Ilva, un lieve malore probabilmente per il caldo. Subito soccorsa.
9.21 - Parla Sergio, consulente finanziario: "Nei nostri ambienti prevale la competizione. Chiediamo a Vostra Santità consigli per camminare verso gli ideali del Vangelo, collaborazione e fratellanza". Papa Francesco risponde: "Molti valori stanno cambiando. L'accento sulla competizione è anche un errore economico perché nega che l'impresa sia prima di tutto cooperazione. Quando un'impresa mette in competizione i lavoratori tra loro nel breve periodo magari dà qualche vantaggio, ma finisce presto per minare il tessuto di fiducia che è alla base di ogni organizzazione".
9.25 - "Il povero è considerato un colpevole. Allora i ricchi sono esonerati da fare qualcosa. Questa non è la logica del Vangelo: la meritocrazia la troviamo invece nella figura del fratello maggiore: lui disprezza il fratello minore e pensa che debba rimanere un fallito perché se l'è meritato. Nessun figlio merita le ghiande dei porci".
9.27 - Parla Vittoria, disoccupata: "Noi sentiamo le istituzioni lontane e matrigne. Ci conforta il calore umano della Chiesa. Santità, dove possiamo trovare la forza per crederci e non mollare mai nonostante tutto questo?". Risponde il Papa: "Non tutti i lavori sono buoni: il traffico illegale di armi, la pornografia, il gioco d'azzardo e tutte le imprese che non rispettano i diritti dei lavoratori e la natura. Un paradosso della nostra società è la compresenza nella nostra società di gente che vorrebbe lavorare e non ci riesce e gente che vorrebbe lavorare meno ma non ci riesce perché è stata comprata dalle imprese. Per poter fare festa dobbiamo lavorare. Una società edonista che vede solo il consumo non capisce il valore della fatica e del sudore, e quindi non capisce il lavoro".
9.35 - Il Papa termina l'incontro con la preghiera 'Vieni Santo Spirito' e ha concluso con un semplice 'grazie'.
9.37 - Il Papa ha benedetto tutti i lavoratori. Dalla folla partono cori: "Francesco, Francesco".
9.40 - Papa Francesco si prepara a lasciare lo stabilimento per dirigersi in cattedrale.
L'incontro in cattedrale
9.45 - Centinaia di fedeli già da stamattina attendono il Papa in via San Lorenzo, dove ci sarà l'incontro con i religiosi all'interno della cattedrale. Ad attenderlo tanti genovesi e una folta rappresentanza di sudamericani, oltre a qualche turista.
10.02 - Il Papa ha sfilato in Papamobile lungo via San Lorenzo ed è entrato in cattedrale per l'incontro con i religiosi.
10.08 - Papa Francesco in cattedrale saluta sacerdoti, suore, seminaristi e consacrati, tutti in cerca di un saluto e di una fotografia.
10.10 - Il saluto di Bagnasco: "La bellezza di questa cattedrale la accoglie con gioia. La comune missione ci spinge a camminare in amicizia. Insieme guardiamo a lei, successore di Pietro. La sua parola e il suo pensiero ci sostengono per andare al largo senza paura. La bellezza che vogliamo esprimere non è sempre all'altezza del desiderio. Noi vescovi le assicuriamo che il desiderio di servire il Signore ci abita. I nostri preti sono schivi, cercano di essere al servizio della gente. Ascoltando la sua parola sono certo che sentiremo crescere in noi l'entusiasmo per andare ancora più al largo. In Liguria sono presenti circa 600 sacerdoti diocesani nonché più di 2000 religiosi. Di fronte alle molte necessità pastorali cerchiamo di scorgere cosa ci dice lo spirito. Grazie, Santo Padre. La ascoltiamo con fiducia e le assicuriamo la nostra quotidiana e affettuosa preghiera".
10.14 - Il Papa ha invitato a pregare per i copti uccisi, in silenzio, e poi ha recitato con l'assemblea un'Ave Maria. "Oggi - ha detto - i martiri cristiani sono più che nei primi tempi della Chiesa".
10.15 - Don Andrea, vice parroco di Certosa, chiede al Papa quali sono i criteri per un'intensa vita spirituale. "Il Vangelo distingue bene i discepoli, la folla, i dottori della legge. La maggior parte del tempo Gesù lo passava sulla strada, questo vuol dire vicinanza ai problemi, non si nascondeva. Si nascondeva poi alla sera per pregare. Guardare sempre l'orologio? Non è una vita pastorale, Gesù non faceva questo. Non dobbiamo avere paura di perdere il nostro tempo. La paura più grande è quella di una vita statica: il prete che ha tutto ben risolto, strutturato, tutto al suo posto, gli orari, la segreteria. Io ho paura del prete statico".
10.30 - "Lasciatevi stancare dalla gente, non difendete la vostra tranquillità", è il monito del Papa ai religiosi in San Lorenzo. "La vostra vita va vissuta come missione. Non siate legati alle strutture. Questi sono i criteri della Chiesa, i vecchi criteri che sono ultramoderni".
10.45 - La domanda di don Pasquale Revello, parroco di San Giovanni Battista a Recco: "Vorremmo vivere meglio la fraternità sacerdotale, tanto raccomandata dal nostro cardinale arcivescovo. Come possiamo fare?". Il papa ha subito scherzato: "Gli avrei dato venti anni di meno". Poi risponde: "Quando non c'è fratellanza sacerdotale c'è tradimento. Fatevi un esame di coscienza: quante volte ho ascoltato bene fratelli sacerdoti che la pensano diverso o non mi piacciono? Quante volte ho chiuso subito le orecchie? Quante volte ho criticato, spiumato e spellato?"
11.00 - Parole dure sulle cattive abitudini interne alla Chiesa: "Alleva corvi e ti mangeranno gli occhi". "Il vostro bravo arcivescovo - dice Papa Francesco al clero genovese - il cardinale Canestri diceva che la Chiesa è come un fiume. L'importante è essere dentro il fiume, la varietà è lecita. A volte pretendiamo che il fiume diventi piccolo e scorra dalla nostra parte, ma questa non è fratellanza. Consiglio ai formatori: se vedete un seminarista intelligente ma chiacchierone cacciatelo via".
11.05 - Il Papa scherza con suor Rosangela dopo la domanda: "La conosco da anni, ma ha un difetto: guida a 140..."
11.20 - Il Papa sulla crisi delle vocazioni: "Se c'è calo demografico non ci sono ragazzi e ragazze, e quindi non ci sono vocazioni. È più facile convivere con un gatto o con un cane che con un figlio".
11.25 - "In Italia negli anni Novanta è successa una cosa brutta. Molti filippini erano rimasti senza casa, sono venute qui tante brave ragazze. Alcune trovavano un lavoro, altre finivano sul marciapiede. È difficile il lavoro vocazionale, ma si deve fare. Dobbiamo essere creativi".
11.30 - "Ci sono consacrati, vescovi, che vivono come pagani. E questo spinge fuori i giovani. La missionarietà è importante, lo zelo apostolico", ha detto il Papa.
11.34 - Il Papa critica la mondanità spirituale: "I giovani sono testimonianze di autenticità, inseguono sogni, e anche noi dobbiamo assumere che con questi comportamenti siamo noi stessi a provocare certe crisi vocazionali. Ci vuole una conversione pastorale. Se tu non hai tempo, i giovani cercano altri che li ascoltino. Il Signore parla loro con la testimonianza".
11.40 - "Vi chiedo di pregare per me, e vi ringrazio per la vostra vita presbiterale": così il Papa ha salutato i religiosi nella cattedrale di San Lorenzo per poi avviarsi al Santuario della Madonna della Guardia dove incontrerà giovani, poveri, detenuti e migranti.
La salita alla guardia
11.45 - I 2.700 giovani che attendono Papa Francesco alla Guardia, dopo avere camminato da Scarpino dove sono arrivati di primo mattino a bordo dei pullman, hanno preparato una sorpresa: saranno tutti vestiti con una maglia blu a comporre un simbolico mare per accoglierlo.
12.25 - Tantissimi giovani da Genova e dalla Liguria ai lati delle transenne che delimitano il percorso verso l'ingresso del santuario. L'arrivo del Papa è ormai imminente.
12.30 - Il Papa è arrivato alla Guardia.
12.35 - Molti giovani sono all'esterno del Santuario, mentre altri trovano spazio all'interno, dove il Papa si è fermato a salutarli e ha posto una rosa in omaggio alla Madonna della Guardia.
12.38 - "Vi invito a pregare la Madonna in silenzio, ognuno le dica ciò che ha nel cuore, è la nostra mamma", è il primo invito di Papa Francesco ai giovani.
12.45 - "Vorremmo che sentisse, insieme alla nostra devozione per la Santa Vergine, anche l'amore turbolento e allegro dei giovani. Lo scorso anno Genova ha avuto la gioia di ospitare il Congresso Eucaristico nazionale. La parola non è passata invano. Si è costituito un nutrito gruppo di giovani che si sono preparati a uscire per essere missionari del Vangelo".
12.47 - Le domande dei giovani al Papa. "Le chiediamo una benedizione e anche un consiglio su come essere missionari sui nostri coetanei vittime della droga, della violenza, dell'alcol e degli inganni del maligno", ha detto una ragazza al Santo Padre. "Dio lo incontriamo tutti i giorni, nel silenzio della preghiera. Quindi le chiediamo qualche consiglio per vivere la nostra vita spirituale e di preghiera", aggiunge un giovane. Un terzo lo saluta: "Ciao Papa Francesco. Molti di noi giovani non hanno il tempo o l'occasione per incontrare la persona della loro vita. Può darci qualche consiglio su come farlo in pienezza e su come vivere relazioni vere e sincere?". "Quali gesti possiamo compiere per rispondere alle sfide della storia?".
12.51 - "Buongiorno", esordisce Papa Francesco. "Il cardinale ha detto che il vostro amore è turbolento e allegro. E questo è bello. Per me è una gioia incontrare voi, lo desidero sempre. E voi non volete risposte pret-a-porter. Gioia non è lo stesso che divertirsi. Noi ci rallegriamo quando le cose vanno bene, ma c'è anche un'altra trasformazione nascosta: l'essere missionari ci porta a imparare a guardare, col cuore. Così smettiamo di essere turisti della vita facendo fotografie e non guardando la realtà. Lasciate questo atteggiamento da turisti e assumete un compromesso (dice il Papa, intendendo impegno) con la vita. Non guardare i cuori della gente è suicida".
13.03 - "Tutti siamo peccatori - continua Bergoglio - e la missione ci trasforma. Tutti possono diventare santi. Aiutare i giovani in difficoltà? Senza amore non serve. Ma amare - dice Papa Francesco - è essere capaci di stringere la mano sporca, parlare con chi è in situazioni di degrado. Se qualcuno pensa di trattarli come stupidi che non sanno di religione, meglio che stia a casa. Questa è la pazzia della fede, della croce, dell'annuncio del Vangelo. Non date aggettivi alle persone, solo nomi. Non dite: quello è un ubriaco. Solo Dio può giudicare".
13.21 - "Genova - prosegue Papa Francesco - è una città porto che ha saputo ricevere tante navi e ha generato un grande navigatore. Per essere discepoli ci vuole lo stesso cuore di un navigatore: orizzonte e coraggio. Non smettete di sfidare gli orizzonti. Orizzonte e coraggio: lo dico a tutti i genovesi".
13.29 - "Dovete avere il coraggio di chiedervi: è normale o non è normale? È normale che cresca ogni giorno l'indifferenza? È normale che molti dei nostri coetanei migranti, provenienti da Paesi dove rischiano la morte, vivano nelle nostre città in condizioni veramente difficili, è normale che il Mediterraneo sia diventato un cimitero?"
13.30 - "Cristoforo Colombo, che dicono fosse dei vostri, ma non si sa, voleva andare di qua passando di là. Ha avuto coraggio".
13.34 - "Gesù, vieni a importunarmi. E dammi il coraggio di poterti rispondere". Con questa preghiera e con un'Ave Maria si è chiuso il discorso del Papa ai giovani. "E per favore vi chiedo di pregare per me", aggiunge.
13.37 - Il Papa ha impartito la benedizione ai detenuti in collegamento dal carcere di Marassi.
13.40 - Il Papa passerà in mezzo alle due ali di giovani e pranzerà nella sala del caminetto con 135 persone in difficoltà.
13.43 - Papa Francesco, sfilando tra i giovani, si è fermato a stringere la mano della nostra inviata Tiziana Oberti.
14.00 - Papa Francesco è a pranzo in privato con 135 tra migranti, detenuti di Marassi e Pontedecimo e senzatetto. Con loro solo il cardinale Bagnasco. Il menù prevede trofie al pesto, arrosto di vitello con patate e crostata.
14.30 - Papa Francesco ha chiesto espressamente di incontrare ciascuno dei carcerati e poveri a pranzo con lui.
Con i bimbi del Gaslini
15.00 - Cresce l'attesa fuori dall'ospedale Gaslini - così come alla Foce, dove sono già i migliaia i fedeli che si stanno radunando in piazzale Kennedy e nelle vie limitrofe per seguire la messa - dove Papa Francesco incontrerà 600 tra piccoli degenti dell'istituto, le loro famiglie e il personale in servizio. Prima di parlare nell'area di fronte alla chiesa, andrà in visita strettamente privata al padiglione 11, quello dove si trovano i piccoli pazienti in rianimazione.
15.37 - Il Papa sta per arrivare all'ospedale Gaslini.
15.57 - Papa Francesco è arrivato al Gaslini passando dall'ingresso superiore. Si è fermato a salutare e accarezzare alcuni bambini e giovani.
16.28 - Grande folla all'ingresso principale dell'ospedale Gaslini, per salutare Papa Francesco.
16.33 - Un uomo sarebbe caduto da un muro nei pressi del Gaslini nel tentativo di vedere il Papa passare lato mare.
16.37 - Il Papa si è fermato col presidente del Gaslini, Pietro Pongiglione, per firmare un registro.
16.40 - "Siamo nel santuario della sofferenza dei bambini, ma anche della tenerezza con cui sono presi in cura. Lei ha visto e toccato con mano entrando in punta di piedi nel nome del Signore. La sofferenza dei bambini e delle famiglie che li accompagnano riassume la sofferenza umana. Raccolga nella sua preghiera le lacrime di questo mare umano", ha detto il cardinale Bagnasco.
16.43 - "La sofferenza dei bambini è la più difficile da accettare. Molte volte mi chiedo il perché, non trovo risposta, guardo il crocifisso e mi fermo lì", ha detto Papa Francesco prima di salutare i medici e tutto il personale del Gaslini.
16.45 - "La fede opera soprattutto attraverso la carità, e senza di questa è morta. Vi incoraggio a proseguire pensando al buon samaritano del Vangelo. Chi serve i malati con amore serve Gesù che ci apre il regno dei Cieli", ha detto Papa Francesco prima di impartire la sua benedizione su tutti i presenti.
La messa finale
17.00 - La papamobile, dopo aver percorso via Caprera, via Cavallotti e corso Italia, è arrivata alla Foce. Giro intorno a viale Brigate Partigiane fino alle Questura e poi ritorno verso piazzale Kennedy.
17.20 - Con la processione inizia la messa solenne alla Foce.
17.50 - Iniziata l'Omelia.
18.10 - "Nelle nostre giornate corriamo e lavoriamo tanto, ci impegniamo per molte cose; però rischiamo di arrivare a sera stanchi e con l'anima appesantita, simili a una nave carica di merce che dopo un viaggio faticoso rientra in porto con la voglia solo di attraccare e di spegnere le luci - ha detto il papa nell'omelia - Vivendo sempre tra tante corse e cose da fare, ci possiamo smarrire, rinchiudere in noi stessi e diventare inquieti per un nulla. Per non farci sommergere da questo 'male di vivere' ricordiamoci ogni giorno di 'gettare l'àncora in Dio': portiamo a Lui i pesi, le persone e le situazioni, affidiamogli tutto. È questa la forza della preghiera, che collega cielo e terra, che permette a Dio di entrare nel nostro tempo. La preghiera è la forza che fa andare avanti il mondo; è la nostra missione, una missione che al tempo stesso costa fatica e dona pace. Ecco il nostro potere: non prevalere o gridare più forte, secondo la logica di questo mondo, ma esercitare la forza mite della preghiera, con la quale si possono anche fermare le guerre e ottenere la pace".
18.45 - "Grazie per questa giornata", ha detto il Papa. Poi Bagnasco ha preso la parola commosso: "Non la dimenticheranno i nostri giovani che ha provocato a non restare turisti della vita ma a saperla guardare in faccia vincendo ogni superficialità. Non la dimenticheranno i bambini e i genitori provati dalla sofferenza come pure quanti con compassione e competenza si dedicano alla loro cura. Non la dimenticheranno le istituzioni civili e militari, i volontari innumerevoli e i tanti che hanno collaborato in maniera silenziosa e umile".
18.50 - "Ora si congeda da noi. Siamo certi che nel suo cuore di padre e di figlio si siano mossi tanti sentimenti - ha detto Bagnasco ricordando che il padre di Bergoglio partì da Genova per l'Argentina - noi ci stringiamo a te con una duplice promessa: cercare ogni giorno l'ancora in Dio. L'altra promessa è questa: siamo liguri, schivi, scontrosi, un po' orsi, ma poi ci muoviamo e ci facciamo sentire. Gente di mare, che nel suo porto ancora vede tanti giovani partire. Come vede arrivare tante generazioni in fuga dalla fame, dalla violenza, dalla persecuzione e dalla guerra. Le assicuriamo che ognuno di noi continuerà a fare la sua parte perché Genova rimarrà città generosa, nonostante qualche mito. Vorremmo che d'ora in poi, ogni volta che vedrà il mare, non pensi solamente alla sua Buenos Aires, ma anche alla nostra Genova, alla sua Genova: Genova nella sua bellezza, nel suo splendore, che è come una perla splendente, avvolta dal vento ma custodita da una conchiglia fatta di mare e di monti, di cielo e di terra. Una perla splendente che ha tante potenzialità da esprimere. Siamo tutti certi che oggi lei ci ha dato un forte impulso, una fiducia più profonda perché possiamo riprendere il largo per il bene di tutti.
19.00 - Il coro Monte Cauriol intona "Ma se ghe penso".
19.07 - Papa Francesco lascia il palco allestito alla Foce per l'ultimo saluto prima di andare in aeroporto.
Il saluto in aeroporto
19.29 - Il corteo del Papa con relativa scorta ha imboccato la Sopraelevata con destinazione Aeroporto.
19.43 - Il Papa ha benedetto la statua della Madonna di Loreto in aeroporto. Tra poco la partenza.
19.49 - L'aereo con a bordo Papa Francesco si avvia alla pista.
19.51 - L'aereo è decollato. Papa Francesco torna a Roma.
19.52 - "Certamente il papa è riuscito a mettere le ali a questa città. Si è visto in queste 80mila persone piene di gioia e di calore. Commosso? Non si può non esserlo in certi momenti, soprattutto quando si parla della propria città, del proprio mare, della propria Chiesa, vengono fuori tanti sentimenti che immaginavo nel cuore del Santo Padre. Pagine toccanti ce ne sono molte. Penso al Gaslini e a quei genitori eroici, il Papa è passato come un angelo, a tutti ha distribuito un sorriso, una mezza parola, una benedizione. E poi il vero abbraccio conclusivo di tutta Genova, la Messa finale. Nel suo cuore c'era decisamente più felicità che stanchezza. Era molto contento di sentirsi così abbracciato da tantissima gente", ha detto il cardinale Bagnasco.
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