GENOVA . E' morto il sociologo Alessandro Dal Lago. Aveva 75 anni. Dal 1994 era stato docente a Genova di Sociologia dei processi culturali presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Genova, di cui era stato preside dal 1996 al 2002.
Era uno studioso di teoria e filosofia delle scienze sociali, conflitti armati, ultras, migrazioni e criminalità. Collaborava da 40 anni con il quotidiano il Manifesto. Era un cultore dei rapporti sociali e tra culture differenti.
Alessandro Dal Lago era "uno studioso eminente, calato nel sociale, sui temi più di attualità", un uomo dalle "idee visionarie, un genialoide, avanti rispetto ai suoi tempi". Lo descrive così Guido Franco Amoretti, direttore del dipartimento di Scienze della formazione. "Ideologicamente di sinistra - continua Amoretti - ha saputo portare innovazione e cambiamento quando era preside della Facoltà. Pur mantenendo la figura di intellettuale di sinistra ha saputo portare grandi innovazioni". Dal Lago ha firmato, come autore e coautore, circa 40 volumi e oltre 200 tra saggi e articoli.
Tra le ultime sue pubblicazioni "Il populismo digitale" che indaga il rapporto tra la rete e la nuova destra, "Sangue nell'ottagono" (un saggio antropologico sulle arti marziali), "Viva la sinistra", una riflessione sul suo futuro, e "Insofferenze", saggi critici sulla cultura contemporanea. Alcuni suoi studi hanno analizzato i meccanismi d'integrazione intraculturali e multiculturali nella società aperta. Ne ha ricavato una riflessione sulla figura del migrante visto come prototipo dell'esclusione sociale. Ha anche curato oppure introdotto le traduzioni italiane di opere di Georg Simmel, Hannah Arendt, Hans Jonas, Zygmunt Bauman, Paul Veyne, Michel Foucault. Negli anni Ottanta era stato redattore di due riviste di tendenza, "Alfabeta" e "Aut aut".