GENOVA -Se si farà un processo per la morte di tredici studentesse universitarie vittime di un incidente stradale in Spagna avvenuto sei anni fa è grazie alla forza dei genitori che per due volte si sono opposti alla richiesta di archiviazione dei giudici.
Fra quei genitori anche Paolo Bonello, papà di Francesca, studentessa Erasmus di Medicina, che aveva solo 24 anni.
Bonello si è battuto in ogni modo affinchè l'autista alla guida del pullman uscito di strada su cui sono morte quelle ragazze venisse processato, e ora chiede che con lui alla sbarra vadano anche gli organizzatori che organizzarono quel viaggio Erasmus da Barcellona a Valencia per un vedere una festa. Una giornata di spensieratezza che si trasformò in tragedia.
"Speriamo solo che la morte delle nostre figlie non rimanga vana e che serva ad evitare tragedie come quella", spiega Bonello, che incontriamo nel parco dell'Acquasola, nel centro di Genova, a pochi giorni dal sesto anniversario della tragedia, avvenuta il 20 marzo 2016.
Un viaggio organizzato, quello costato la vita alle tredici ragazze (di cui sette italiane), che forse con le normative in vigore in Italia non sarebbe stato consentito: con un solo autista costretto a rispettare tempi di percorrenza non conciliabili con la sicurezza, come avrebbe provato l'indagine.
"L'autista prima di perdere il controllo del mezzo aveva avuto più volte attacchi di sonno, come hanno testimoniato le ragazze sopravvissute, ma invece di fermarsi proseguì forse perchè doveva rispettare dei tempi precisi" ipotizza ora Bonello.
A conferma di questo il fatto che il tachigrafo del pullman quel giorno registrò ben 77 rallentamenti improvvisi.
Cosa rimane di Francesca nel cuore e nella testa di un padre a distanza di sei anni?
La domanda non coglie impreparato Paolo Bonello che in fondo per tutta l'intervista raccontato di una figlia ancora al suo fianco, parlandone al presente, e sempre presente non solo in quella che era la sua casa, con papà, mamma, la sorella Marta, ma presente anche nelle testimonianze dei tanti amici, dai compagni di università ora tutti laureati, agli amici della vita di tutti i giorni. "Francesca era un fiore e non passa giorno che non incontri qualche persona che mi racconta di cose belle di Francesca che non conoscevo, sì, Francesca è ancora con noi".