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Cronaca

1 minuto e 14 secondi di lettura
di R.P.

IMPERIA - E' ucraino e non russo, come detto in un primo momento, lo yacht "New Vogue", battente bandiera delle Isole Vergini, sequestrato nel porto di Imperia ad inizio aprile. La notizia era stata annunciata come un sequestro conseguente alle sanzioni contro gli oligarchi russi decise dopo l'invasione dell'Ucraina. Successivamente era emerso che il proprietario era stato invece sanzionato per il mancato pagamento di Iva per circa 700mila euro, poiché era rimasto in un porto italiano per oltre 18 mesi.

Ora l'ultimo aggiornamento è che lo yacht appartenga ad una società ucraina, come hanno spiegato oggi in aula i difensori: il comandante, anch'egli ucraino, non è potuto essere presente perché è andato a combattere contro l'invasione russa.

Il colpo di scena sulla proprietà dello yacht è emerso durante l'intervento degli avvocati Mauro Anetrini del Foro di Torino e Alessandro Astengo del Foro di Genova: i difensori hanno cercato di dimostrare come le contestazioni sul mancato pagamento dell'Iva fossero frutto di un'errata interpretazione della legge, essendo stata applicata la legge sui dazi doganali in una fattispecie in cui si parla di tributo interno. Secondo l'accusa le imbarcazioni che restano in Italia per più di 18 mesi si considerano come importate e pertanto su quest'ultime va versata l'Iva.

"Si tratta di una questione tecnica - afferma Anetrini -. L' orientamento della Corte di Giustizia dell'Unione Europea afferma che l'Iva è un tributo interno e non un'imposta doganale. Quindi non è applicabile la norma utilizzata dalla Procura per disporre il sequestro". Il giudice si è riservato per la decisione.