GENOVA-"Una slot machine ogni 150 cittadini, sono di più che i posti letto in ospedale". La dipendenza da gioco d'azzardo torna al centro dell'attenzione dopo la fine del lockdown, che aveva fatto tornare l'argomento 'sotto al tappeto'. Genova si lancia in cima alla classifica delle città dove si 'gioca' di più con la presenza di una slot machine ogni 150 persone. A raccontarlo durante la trasmissione Tiziana&Cirone è Don Andrea Parodi, direttore della Caritas di Genova e vicario episcopale alla carità.
Una fotografia del capoluogo ligure che fa scattare i primi campanelli d'allarme e focalizza il problema sulle contraddizioni di un Paese che dal gioco d'azzardo ci guadagna. "In Italia è vietato, almeno che... è quell'almeno che che ti frega", racconta Alberto Montani, vicepresidente della fondazione Antiusura Santa Maria del Soccorso di Genova. "È illegale salvo deroghe decise dal Governo, che hanno il potere di inserire determinati giochi tra quelli autorizzati. Nel 2019 erano 59 i giochi autorizzati: slot machines, gratta e vinci, puntare su partite di calcio e cavalli". L'associazione, nata nel 1996, si occupa solo in minima parte di casi di usura e cerca, invece, di intervenire con prestiti e aiuti affinché i cittadini in difficoltà non debbano rivolgersi agli 'strozzini'
Una piaga la ludopatia che coinvolge migliaia di persone, tra chi perde il lavoro e si mette rubare a parenti e amici per continuare ad alimentare la sua dipendenza. "L'1,50% degli italiani è malato di gioco - continua Montani -, circa 900 mila persone: in Liguria, quindi, sarebbero almeno 25mila i ludopatici in Liguria, metà dei quali solo a Genova. Il problema è che il 95% di loro non si vogliono far aiutare. Cinquecento, seicento persone al massimo sono seguite dalle varie Als tramite Sert, altri trovano sostegno nei gruppi di autoaiuto come Giocatori Anonimi, ma sono sempre troppi quello che non vogliono farsi aiutare".
La fondazione fa rete con i centri di ascolto sul territorio e in questo modo intercetta i bisognosi. "Qualche anno fa abbiamo avuto il boom, circa il 300% di persone in più", racconta Montani, ma a preoccupare è anche il gioco d'azzardo online. Tipologia di azzardo che si aggiunge alla lunga lista ma che durante il periodo di Covid e soprattutto di lockdown, con bar e centri scommesse chiusi, ha fatto il boom: "Durante il lockdown il numero di persone che usano i giochi online è cresciuto esponenzialmente: dal 13% al 33, 40%".
In tutta Italia le chiusure del gioco fisico hanno alimentato ulteriormente il gioco a distanza, modalità comunque in ascesa da diversi anni. Nel 2020 si è assistito pertanto ad un temporaneo sorpasso: la Raccolta online è stata pari a 49,2 miliardi di euro (+35% rispetto al 2019), il 55,7% delle giocate complessive in Italia. Non c'è l'identikit di chi si ammala di gioco d'azzardo: chi 'gioca' non ha età. Dal pensionato che punta la pensione a giovani e giovanissimi con una media nazionale di spesa pro capite che si attesta su oltre 1.400 euro. L'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, che gestisce la parte legale del business, nel libro blu del 2021 ha presentato i dati principali relativi a macchinette, lotterie, Gratta e Vinci e giocate online: il volume di denaro giocato in Italia è aumentato del 3,5%, attestandosi su un valore di 110,54 miliardi di euro.