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Cultura e spettacolo

Cast stellare per una storia che ricorda un episodio poco noto della storia degli Stati Uniti
2 minuti e 27 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Il peggior peccato che un film possa commettere è essere noioso, il secondo è essere confuso. 'Amsterdam' li commette entrambi, e così ci siamo tolti il dente fin dall'inizio nel rendere conto di una pazza satira sociale ambientata negli anni '30 che attraversa un episodio poco noto della storia americana: una cospirazione politica che intendeva insediare un dittatore al posto del presidente Roosevelt. Qualcosa nel quale il regista David O. Russell, lo stesso di 'Joy' e 'American hustle', trova evidentemente parallelismi con un presente dove le divisioni nazionali minacciano di sopraffare la democrazia statunitense (si pensi all'episodio dell'assalto al Campidoglio del 6 gennaio dell'anno scorso).

'Amsterdam' vede protagonista un trio di amici, due uomini e una donna veterani della prima guerra mondiale, coinvolti inavvertitamente nel complotto e costretti a scappare per riabilitare i loro nomi. I tre si conoscono in Francia nel 1918, quando Burt e Harold sono in ospedale, gravemente feriti dopo la guerra, e vengono assistiti dall'infermiera Valerie. Stringono il patto di prendersi cura l'uno dell'altro andando a vivere ad Amsterdam dove Harold e Valerie si innamorano mentre Burt torna a New York per raggiungere l'ex moglie Beatrice. Passano12 anni e Burt nella Grande Mela è diventato un medico non ortodosso specializzato nella ricostruzione facciale di veterani feriti mentre Harold ha scelto la strada dell'avvocatura dedicandosi ad aiutare i perdenti della società. Rimasti amici, quando la figlia di un senatore morto improvvisamente li chiama per eseguire un'autopsia sul padre scoprono che l'uomo in realtà è stato ucciso e mentre cercano di capire il perché le loro indagini li riportano in contatto con Valerie ritrovandosi tutti e tre in un'avventura più grande di loro.

Russell ha probabilmente ragione nel ricordare agli americani questo momento vergognoso del loro passato dal momento che i libri di storia tendono a minimizzare il sostegno degli Stati Uniti a Mussolini e Hitler in vista della seconda guerra mondiale, argomento affrontato a suo modo finora solo da Philip Roth nel suo 'Il complotto contro l'America' dove immagina Roosevelt sconfitto alle presidenziali del 1940 da Charles Lindbergh, simpatizzante dei nazisti. Tuttavia, alla fine mette troppa carne al fuoco in una storia che mescola tanti generi senza prendere una direzione ben precisa. Il problema del film sta tutto qui: molte stelle (Christian Bale, Margot Robbie, Robert De Niro, Rami Malek e Anja Taylor-Joy, solo per citarne alcune) ma poca sostanza navigando tra thriller, noir, commedia macabra e dramma. Forse concentrarsi di più su qualcosa di specifico sarebbe stato meglio perché il risultato risulta scialbo, un racconto tortuoso che non sfrutta mai il suo potenziale.

Così, senza un vero e proprio slancio drammatico, 'Amsterdam' si limita ad arrancare, superficiale e impantanato nell'apatia, storia sfocata che va contemporaneamente in troppe direzioni, viaggio sulle montagne russe avanti e indietro nel tempo che non prende mai velocità. E alla fine vedere un cast di questo tipo sprecato in una trama che fallisce lascia in bocca qualcosa di più di un sapore amaro.