GENOVA - La croce di San Giorgio appuntata sul petto, mentre risuona nel Salone del Maggior Consiglio "C'era una volta una gatta". Ma poi anche "Sapore di sale", "Il cielo in una stanza", "Sassi" e "Una lunga storia d'amore", quella tra Gino Paoli e la città di Genova, dove ha sempre vissuto e che ha sempre raccontato nelle sue canzoni. Ecco perché Regione Liguria ha deciso di consegnare per la prima volta questo riconoscimento ad un illustre genovese nel giorno dell'Immacolata, un modo per "celebrare Genova e il suo spirito in questo giorno speciale", ha spiegato il governatore Giovanni Toti. Una giornata che dopo l'accensione dell'albero e di Piazza De Ferrari, si è conclusa con un momento tutto genovese.
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E ha accettato con piacere quest'onorificenza il grande cantautore genovese, che non ama stare sotto i riflettori. "Solitamente non mi interessa nulla dei premi", ha detto ai giornalisti prima della cerimonia a Palazzo Ducale.
"Ma accetto questo premio con piacere perché arriva dalla mia Genova e allora questo sì che è importante"
Tantissimi i genovesi che sono accorsi per questo abbraccio ai sessant'anni e più di carriera di Paoli, che con le sue canzoni ha fatto emozionare diverse generazioni. Anche i giovani, con cui ha dialogato di recente nel docufilm "La scuola genovese", dove assieme a Tedua discute della scuola di Faber e di quella che sta emergendo a colpi di rap nelle stesse creuze. "Non sono rimasto scioccato dall'incontrarli come ci si aspetterebbe da un vecchio signore, sono ragazzi educati e simpatici, non esiste più il ragazzo peste".
"I giovani sono sempre inquadrati, lo eravamo noi e lo sono loro: se vai all'uscita della scuola sono vestiti tutti uguali, sembra che abbiano una divisa. Noi la divisa la avevamo per davvero, oggi te la metti da solo"
Non è più tempo per le critiche che Paoli preferisce tenere per sé, né è facile scegliere tra i ricordi e tra le tante pagine di musica la propria canzone preferita. Ma di una cosa è certo, del suo amore per la città di Genova e per Boccadasse, dove ha anche vissuto due anni. "Avevo preso una soffitta, calda d'estate e fredda d'inverno", ricorda. "Ma sono sempre stato felice". A renderlo contento anche questo riconoscimento che arriva da Regione Liguria. "Mi fa piacere che a consegnarlo siano Toti e Bucci, perché con loro ho visto negli ultimi tempi una certa attività che mi ha soddisfatto, cosa che non si vedeva a Genova da tempo. Sono stati loro a dover affrontare la tragedia di Ponte Morandi che ha diviso Genova in due e lo hanno fatto nel migliore dei modi, grazie".
Per il presidente di Regione Liguria il merito di Paoli non è soltanto artistico, ma "promozionale per il nostro territorio: le cartoline della nostra Liguria che ha tratteggiato non riusciremo mai a superarle o a riprodurle". Orgoglioso anche il sindaco Marco Bucci che ha commentato: "Dentro queste canzoni ci siamo noi e c'è la cultura di Genova. 'Il cielo in una stanza' ha accompagnato la mia luna di miele e credo che tanti altri brani di Paoli siano vividi nella memoria di ciascuno di noi". A salutare la cittadinanza anche il prefetto di Genova Renato Franceschelli e il padrone di casa, Francesco Berti Riboli, vicepresidente di Palazzo Ducale. "Grazie Gino" è tutto quello che resta da dire da parte di tutti che con gli occhi lucidi si sono emozionati negli anni con le sue canzoni.