E’ molto più difficile chiudere il racconto di un secolo, nel nostro caso degli ultimi vent’anni del ventesimo, che cominciarlo. O, come abbiamo scelto di fare con “Addio ‘900” raccontare gli anni ’80 e ’90, quelli che davvero hanno cambiato volto alla nostra città e, nazionalmente, hanno significato, per esempio in politica, un terremoto con la scomparsa dei grandi partiti del dopoguerra.
Così abbiamo deciso di narrarli attraverso le pagine della cultura. Cominciando con i poeti, con la morte del premio Nobel per la Letteratura, Eugenio Montale nel 1981. Un’ occasione per far spuntare dall’Archivio storico di Primocanale una splendida prova d’attore di Vittorio Gassman che legge, appunto, una poesia del grande genovese, dedicata alle Cinqueterre. Poeta che con Genova ebbe un rapporto controverso.
“E’ bello nascere a Genova perché ti dà la spinta per andartene” ricorda il professor Francesco De Nicola per illustrare questi sentimenti. Come quando il poeta spiegò da Firenze sempre a Lucia Rodocanachi, che nella sua casa di Arenzano ospitava artisti e scrittori “…la mia città natale che mi ha elargito scarso pane e deboli onori”.
Poi le altre voci, raccontate ancora da De Nicola, con una particolare attenzione a Giorgio Caproni, genovese d’acquisto per dieci anni, che “ha cantato Genova nel modo più vicino a noi e ha capito il nostro spirito un po’ spigoloso”. E Riccardo Mannerini, poco conosciuto dai più, che ha scritto anche i testi per molte canzoni di Fabrizio e dei New Trolls.
Parleremo dei teatri, oltre allo Stabile, in particolare il Teatro della Tosse, fondato da Tonino Conte, destinato a segnare una strada nuova per i palcoscenici italiani, avvalendosi delle scene stupende disegnate da Emanuele Luzzati.
E dal nostro archivio ecco una rara intervista proprio a Lele che racconta la sua vita a Losanna da profugo, a scuola di arte applicata. E aggiunge che per tornare a casa usa l’ascensore di Castelletto “e tutte le volte, quando esco sulla Spianata debbo per forza fermarmi a guardare la città. E’ talmente straordinaria e è talmente diversa ogni volta che si esce lassù che si scoprono cose nuove”.
Ma non potevamo chiudere queste pagine senza la poesia dei cantautori genovesi, De André primo fra tutti che proprio nel gennaio del 1999, scompare a Milano. E salutare quegli anni con un’ ironica intervista che Vittorio Sirianni fece a un genovesissimo Paolo Villaggio, colui che ci ha lasciato una delle più importanti maschere italiane: il ragionier Fantozzi.
“Addio ‘900” finisce, facendo raccontare a Arnaldo Bagnasco, Ennio Poleggi, Clario Di Fabio e Piero Boccardo la superba mostra “El siglo del los Genoveses” che chiuderà il secolo al Palazzo Ducale e ci lasceremo con una domanda: allora alla fine del ‘900 il tema centrale sul tappeto a Genova era l’isolamento della città e il progetto (già antico) del collegamento con Milano che chiamavamo il Super treno. Oggi stiamo ancora parlandone ahimé… Ma almeno abbiamo cambiato il nome: Treno Veloce. Quando partirà finalmente?
Così Terza, la pagina culturale di Primocanale che con l’appoggio della Fondazione Carige ha mosso i primi passi nel 2019 è giunta alla sua quarta annata. Abbiamo cominciato con le Lectures di attualità culturale, le lezione di professori, scrittori e giornalisti per passare al racconto. La guerra e il dopoguerra con la ricostruzione degli anni Sessanta, grazie alle immagini della Fondazione Ansaldo, poi il Racconto di Genova con la storia della nostra città dalle origini e, oggi, la fine del Ventesimo secolo.
Ma ci fermeremo per pochi mesi. Giusto il tempo per preparare una nuova storia dove il presente che viviamo e la memoria del passato ci aiuteranno ancora di più a conoscere bene il nostro territorio.
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I poeti dicono addio al ‘900 ma resta ancora fermo quel Supertreno…
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di Mario Paternostro