E' morto a 65 anni il musicista genovese Mauro Sabbione. Di formazione classica, con tanto di diploma al conservatorio Paganini, per decenni è stato un protagonista della musica pop.
Nei primi anni Ottanta aveva lavorato come tastierista dei Matia Bazar, risultando determinante per la svolta elettronica del gruppo. La sua partecipazione ai Matia si aprì con il tour "Il tempo del sole" del 1981 e si chiuse al Piper di Roma il 16 aprile 1984. La sua impronta è riconoscibilissima in brani come "Zeta", "Astra", "Palestina", "Scacco un po' matto", "Bambini di poi", "Casa mia", "Intellighenzia" e la celeberrima "Elettrochoc", in cui compariva la firma, autoriale e vocale, di un altro geniaccio come Enzo Jannacci. Nella foto, la composizione di allora del gruppo: in alto da sinistra Giancarlo Golzi (10 febbraio 1952 - 12 agosto 2015), Antonella Ruggiero, Aldo Stellita (2 agosto 1947 - 9 luglio 1998), Carlo Marrale, Mauro Sabbione (17 aprile 1957 - 21 dicembre 2022)
Finita l'esperienza con i Matia Bazar, Sabbione aveva contribuito all'ascesa dei Litfiba del duo Piero Pelù - Ghigo Renzulli, partecipando alle incisioni di "El diablo", "Live on Line", "Insidia". La sua impronta, come arrangiatore o produttore, è riconoscibile nel percorso di altri artisti italiani come Garbo e i gruppi Modà, Diaframma, Violet Eves, Diskanto, Belzer e Mirage.
Artista senza frontiere, si era vocato all'interdisciplinarietà, lavorando con mimi e clown come Leo Bassi e Jango Edwards, così come con Johnny Melville, Vanni De Lucia, Gianni Colosimo e Stellerranti.