Vai all'articolo sul sito completo

Cultura e spettacolo

1 minuto e 23 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Ci sono film capaci di diventare veri e propri cult e ritagliarsi uno spazio nel cuore degli appassionati di cinema. 'Ghostbusters', che ci ha chiesto Claudia di Recco, è senza dubbio uno di questi: un mix irresistibile di horror, commedia e azione che rappresentò quando uscì (1984) il secondo  maggior incasso di quell'anno e all'epoca la commedia con il maggior incasso di tutti i tempi. Un film nato dalla passione per il paranormale di Dan Aykroyd (anche sceneggiatore con Harold Ramis) che inizialmente doveva essere interpretato da John Belushi, John Candy ed Eddie Murphy. La morte di Belushi e poi l’impossibilità di Candy e Murphy di interpretarlo portò ai protagonisti che conosciamo: con un gruppo di attori provenienti da "Saturday Night Live" (come lo strepitoso Bill Murray) cui si aggiunse Sigourney Weaver.

Per i pochi che non lo sapessero è la storia di tre ricercatori di parapsicologia cacciati dall’università nella quale lavorano con l’accusa di essere dei ciarlatani. Contattati dalla Biblioteca Pubblica di New York dove si trovano di fronte a un’entità ectoplasmatica decidono di avviare una nuova attività, sfruttando la scia di eventi paranormali che stanno sconvolgendo la città.

Il successo è probabilmente dovuto al fatto, oltre ad essere un prodotto adatto a un pubblico di ogni età, che il regista Ivan Reitman ebbe il coraggio di osare l'inosabile, ovvero - attraverso i fantasmi - ridere della morte tra ectoplasmi, trappole luminose, zaini protonici ed energie psicocinetiche. E a questa classica parabola di ascesa, caduta e riscatto va aggiunta una raffica di battute e gag che ha portato ad un risultato fuori dal comune capace di resistere al passare del tempo.