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Cultura e spettacolo

1 minuto e 29 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Oggi compie 81 anni Walter Hill, regista di un cinema di genere che ha affrontato western e action movie metropolitano contaminandoli continuamente tra loro. Tra i tanti film da lui girati il più importante è certamente 'I guerrieri della notte' (1979), vero cult del cosiddetto 'nuovo cinema americano' che altro non è se non la versione postmoderna dell’Anabasi di Senofonte che raccontava la vicenda di un gruppo di mercenari greci assoldati da Ciro che risalivano la Persia tra mille pericoli per arrivare al mare. E non a caso si chiama Cyrus il gran capo carismatico delle bande di New York, ognuna delle quali ha il suo territorio, che si odiano l’una con l’altra e che lui vuole pacificare. Così indice un mega raduno dove però, proprio come accadeva al Ciro dell’Anabasi, viene ucciso. Della sua uccisione vengono incolpati i Warriors, i Guerrieri, per i quali comincia la terribile impresa del ritorno nel loro territorio che è Coney Island, la zona più lontana in assoluto da quella del raduno. Dovranno attraversare tutta Manhattan dove in ogni quartiere la banda che lo gestisce cercherà di ucciderli per vendicare la morte di Cyrus.

Il film si svolge tutto in una notte e in questa notte Walter Hill inventa una nuova tappa dell’immaginario avventuroso al cinema: scompaiono le praterie del West e i nuovi eroi combattono sotto il cielo di una livida Manhattan che ha le dimensioni di un incubo tanto che non a caso qualche anno dopo verrà trasformata da John Carpenter in un enorme penitenziario di massima sicurezza in '1997: Fuga da New York'. La scena che ho scelto, dove ci sono persino reminiscenze del 'musical', è quella in cui i Warriors arrivano nel territorio dei 'Baseball furies': un saggio di grandissimo cinema.