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Cultura e spettacolo

Grande interpretazione di Tom Hanks nel ruolo di un uomo che la morte della moglie ha trasformato in un misantropo
2 minuti e 28 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Alcuni anni fa dalla Svezia arrivò un film piuttosto stravagante, ‘Mr. Ove’, il terzo film svedese più visto nella storia del suo paese, tratto da un libro che in Scandinavia era stato un autentico best seller – si intitolava ‘L’uomo che metteva in ordine il mondo’ - conquistandosi anche un po' a sorpresa due nomination agli Oscar, per il trucco e come migliore film straniero. Adesso il regista Marc Forster con ‘Non così vicino’ trasferisce l’azione nei sobborghi di Pittsburgh e ne gira il remake affidandosi a Tom Hanks nel ruolo di Otto che ha perso la moglie e che il dolore ha trasformato dalla persona che era in un uomo meticoloso, severo e amareggiato che mantiene un controllo metodico sul quartiere, ammonendo tutti coloro che non vivono secondo le regole.

Sta mettendo ordine nella sua vita in modo da potersi suicidare quando i suoi preparativi vengono interrotti dall'arrivo di nuovi vicini: un padre, una madre messicana incinta e due ragazze. Sebbene preferirebbe essere lasciato solo, la donna ignora la sua ostilità e con un atteggiamento decisamente esuberante nei confronti della vita, l'esatto opposto di quello di Otto, irradia una qualità premurosa che lo lavora ai fianchi e finisce per logorarne i lati misantropici. Così, dopo diversi tentativi falliti di suicidio, l’uomo inizia a riconoscere che potrebbe ancora avere uno scopo, anche semplicemente quello di prendersi cura del gatto randagio che lo ha adottato come suo umano.

Il principale merito della sceneggiatura è di aver saggiamente deciso di lasciare molte cose invariate rispetto all'originale, con una riscrittura che non contiene nulla di autonomo, facendo sì che la storia mantenga in gran parte il suo fascino eccentrico. E il regista, dal canto suo, non fa il minimo sforzo per rendere il film – come dire? – più americano, e adatto ad un consumo di massa. Evita poi di diventare troppo sdolcinato mescolando la trasformazione del protagonista con frammenti più agro che dolci del suo passato mostrandoci in definitiva come un risveglio in età avanzata possa permettere ad una persona di fare la differenza nei suoi ultimi giorni.

‘Non così vicino’ è un film dalle due anime, un divertissement a volte allegro, a volte amaro, specie quando il protagonista è portato fuori dalla sua ‘comfort zone’ e dal suo senso dell’ordine esagerato e irritante. Si divide insomma tra commedia buffa e dramma emozionale sulla perdita e la depressione. Ed è da questo lato che funziona meglio perché sono i momenti oscuri di Otto che lo fanno diventare sincero e genuinamente emotivo, grazie anche a Tom Hanks che torna a fare quello che sa fare meglio: scivolare in un ‘personaggio qualunque’ per il quale lo spettatore non può fare a meno di tifare, nonostante i suoi evidenti difetti umani. Perché a volte Otto fa e dice cose che noi stessi vorremmo fare e dire, tanto che lentamente finiamo per capirlo. Non è una persona cattiva. Ha solo dimenticato come si fa a vivere da soli.