GENOVA - Dare una casa alla biblioteca di 44 mila libri di Giuseppe Marcenaro e creare un museo di opere d'arte vincolate che non possono essere vendute all'estero. Sono queste le due sfide per la città di Genova e per le sue aziende, giunte durante il convegno "La cultura che crea economia" da parte del sottosegretario Vittorio Sgarbi, intervenuto in videoconferenza da Roma. Genova ce l'ha nel cuore il noto critico d'arte, politico e collezionista che non ha potuto presenziare all'importante appuntamento al Teatro Duse in una delle città da lui ritenute "tra le più belle del patrimonio culturale italiano ancora preservate dal turismo di massa". Secondo il sottosegretario alla cultura la città ligure ha un patrimonio culturale inestimabile ma è di gran lunga sottovalutata. Ma Genova può essere un laboratorio di sperimentazioni, specialmente nel rapporto tra pubblico e privato. Su questo Sgarbi ci ha sempre creduto ed è uno dei principi che ispira la sua attività di direttore artistico della Fondazione Pallavicino, la fondazione nata per volontà del principe Domenico Pallavicino attorno al suo straordinario palazzo in piazza Fontane Marose.
Ed ecco allora le due proposte arrivate al termine del lungo convegno, a cui hanno preso parte anche le aziende. Tra loro Rina che ha ricordato l'appuntamento dei Cavalieri del Lavoro, che secondo Sgarbi potrebbero aiutare a valorizzare un tesoro inestimabile che rischia di andare perduto. "All'epoca del G8 Marcenaro organizzò una mostra straordinaria che nessuno riuscì a vedere perché si trovava nell'area rossa, nel bel mezzo degli scontri tra manifestanti e polizia, ma la sua biblioteca è un patrimonio che la città non deve perdere e che oggi può ancora salvare". Già diverse volte è tornato su questo tema, talmente caro da far levare nel teatro un sentito applauso.
"Propongo ai Cavalieri del Lavoro di promuovere una società con il Comune di Genova che possa acquistare questa biblioteca"
Da una capitale italiana del libro in questo 2023, del resto, non si può accettare di perdere questa collezione: oggi giace in 570 scatoloni e non ha modo di essere esposta e apprezzata, oltre che conservata in maniera corretta. Il secondo tema invece è più di carattere nazionale e riguarda tutte quelle opere ritenute di valore tale da non poter essere cedute al di fuori dei confini dello Stato e che rimangono invendute nelle case d'asta. Il sottosegretario ritiene che o si debba sbloccare questa situazione consentendone la vendita e facendo acquistare allo Stato quelle che vengono ritenute più meritevoli, come accade in altri paesi, oppure le aziende, anche attraverso l'utilizzo dello strumento dell'Art Bonus, potrebbero acquistarle a prezzi calmierati, pagandola un terzo del proprio valore, evitando alle opere notificate una sorta di limbo in cui restano ferme senza possibilità di essere vendute ma quindi anche esposte.
"E magari proprio a Genova potrebbe nascere un museo dove questa volta i 'mecenati' mettono al servizio un patrimonio, investendo in opere di grande valore ottenendo anche dei vantaggi di tipo economico"