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Cultura e spettacolo

2 minuti e 16 secondi di lettura
di Silvia Isola e Dario Vassallo
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GENOVA - "E poi ci sono io": e chi è Andrea Di Marco, tolta la maschera del leader del Movimento Estremista Ligure e quella del chitarrista ne "I Cavalli Marci"? Per scoprirlo l'appuntamento è al Politeama Genovese il 13 aprile alle 21:00 per il suo primo "one man show" in un teatro così grande interamente da solo. Politeama che ormai è diventato casa per i comici genovesi, anche grazie al sodalizio con i Bruciabaracche che ogni anno per Natale e Santo Stefano fanno tutto esaurito. 

C'è un po' di timore, però, a calcare le scene tutto solo, lui che di palchi ne ha conosciuti tanti, da Colorado a Comedy Central e Zelig Time. "Ho un po' il buchino stretto", scherza su Primocanale con la sua tipica ironia. E nello spettacolo non mancheranno di certo i cavalli di battaglia che hanno fatto apprezzare e conoscere il comico genovese in tutta Italia. 

"Mi metterò in gioco in tutte le cose che più o meno ho fatto in tutti questi anni dai personaggi più amati alle canzoni con la band e suonate da me. Sarà l'occasione per fare il congresso del Movimento Estremista Ligure, dove mi scaglierò contro questa militanza milanese del governo collaborazionista di questa Genova"

E la proverbiale scarsa accoglienza ligure grazie ad Andrea Di Marco è diventata una gag amata anche dagli stessi foresti, spesso bersaglio degli sketch del comico, che anche su Primocanale non si risparmia. "I milanesi hanno questa sottile goduria nell'essere maltrattati da noi liguri. E poi in Liguria c'è un po' di quel senso di esotico alla vacanza: immaginatevi quando vanno a rivedere le foto delle vacanze...

"'Qui abbiamo pagato una pizza a 35€ a Loano', 'qui eravamo in coda in autostrada a Spotorno e questa è delle 12:00' e 'questa foto è quella del tramonto, sempre in coda a Spotorno'"

Ma in questo tipo di spettacoli, il pubblico ha modo di conoscere davvero chi sta dietro allo showman e quindi non mancheranno anche alcuni momenti più introspettivi e confidenziali, in cui Di Marco dopo oltre 25 anni di carriera si racconterà per la persona che è, "una persona che ha un po' di inadeguatezze, parlo di quanto sia un po' timido nella vita di tutti i giorni - diciamo babbo di minchia, come si suol dire - perché in tante situazioni tengo sempre a testa bassa", svela.

"Io ho questo imprinting dai miei genitori che mi hanno sempre detto di non darmi delle arie e mi raccomando, a quei tempi sono cresciuto io. Quando mangiavo mi dicevano 'pensa ai bambini del Biafra'. Quando a scuola prendevo un bel voto, non lo dicevo a nessuno. Magari nel Biafra c'è qualche bambino che ci poteva patire. E ora è un po' lo stesso per lo spettacolo al Politeama"

(Foto da Facebook - Jevo Photography)