GENOVA - "Sarà una serata speciale". Lancia così l'appuntamento per il 21 luglio all'Arena del mare del Porto Antico il genovese Olly che andrà a chiudere le 19esima edizione del Live In Genova Festival.
Classe 2001, è uno dei rapper emergenti più talentuosi della sua generazione ma anche più contemporaneo: con la sua musica tra rap e pop, che mette in contrasto malinconia e ritmo, ha raggiunto gli 800 mila ascoltatori mensili su Spotify oltre che confezionato un percorso con i fiocchi al Festival di Sanremo.
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Genova sarà una delle tappe del suo tour estivo, "Il mondo gira Tour", che ha già registrato diverse tappe sold out oltre che migliaia di biglietti venduti.
"C'è tanta gente che viene, tanta bella gente che ha voglia di divertirsi e cantare. Il concerto a Genova sarà quello step in più, quello che volevo fare da sempre". Dopo Sanremo infatti, per Olly è il primo concerto nella sua città. "È una sensazione incredibile. Insieme al mio team abbiamo preparato una scaletta particolare, fatta apposta per questa occasione, mettendo brani che non ho fatto nelle altre date".
"Mi sono preso la libertà di gestire questa tappa del tour, renderla ancora più mia, gli ho dedicato tempo e ci saranno tanti momenti sicuramente speciali. Ci sarà anche la mia famiglia, ed è la prima volta che li faccio venire a un mio concerto"
E proprio sul palco dell'Ariston, dove con il suo brano Polvere ha fatto cantare migliaia di spettatori (ha anche raggiunto le 4 milioni di visualizzazioni su Youtube), Olly ha acquisito la consapevolezza che gli mancava. "Mi porto dietro la lezione di avere capito a tutti gli effetti qual è il mio posto nel mondo della musica, la voglia di mettermi comunque in gioco per migliorare a livello tecnico e soprattutto la voglia di essere sempre di più l'artista eclettico che sono. Ora sono passati tanti mesi ed è il momento di guardare al futuro".
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E la Sampdoria? Una domanda che si fanno in molti sui social dopo la pubblicazione di una sua versione dell'inno blucerchiato, Lettera da Amsterdam. "Spero sia un momento di rinascita per la squadra. C'è entusiasmo e ottimismo quindi sono contento. Non sono mai stato un estremo patito, ho sempre giocato a rugby, ho sempre tifato per quel mondo e la versione di Lettera da Amsterdam è stato proprio un regalo per un mio caro amico, proprio lui mi ha fatto avvicinare al calcio e alla Sampdoria di cui ero molto tifoso da piccolo".
Su possibili future collaborazioni Olly ci pensa. "Ci sono tanti artisti con cui piacerebbe collaborare ma nella realtà, il problema è conoscerli. Trovo che per il tipo di musica che faccio io, come l'approccio io anche in studio sia fondamentale che la persona con cui condivido il brano sia allineata con me anche a livello emotivo. Quindi mi conosca personalmente e ci sia un qualcosa da dare a vicenda e non sia semplicemente una mossa discografica".