Nato nel 2015, il Concorso Lirico Internazionale di Portofino (CLIP) è ormai diventato un punto di riferimento nel mercato internazionale soprattutto per la sua specificità, quella di scoprire e sostenere giovani talenti che nel passato hanno preso slancio da questa iniziativa per avviare importanti carriere nei teatri dei tutto il mondo. La nona edizione è adesso arrivata alla sua stretta conclusiva: venerdì il Teatro Sociale di Camogli ha ospitato la finale davanti agli occhi di una giuria prestigiosa presieduta dal Sovrintendente della Scala di Milano Dominique Meyer e questa sera in Piazzetta verrà ufficialmente proclamato il vincitore con le telecamere di Primocanale che a partire dalle 21 mostreranno in diretta l'intera cerimonia.
Dopo le selezioni che hanno visto protagonisti trecento partecipanti di quarantasette paesi, dieci i finalisti provenienti da tutto il mondo (Armenia, Romania, Ucraina, Austria, Olanda, Russia e Brasile) tra cui anche due italiani, il soprano Alessia Panza e il tenore Lorenzo Martelli, entrambi venticinquenni: “La qualità quest'anno è stata estremamente alta e omogenea – afferma il direttore del concorso Francesco Donati - e per la giuria è un compito molto difficile adesso stabilire il vincitore".
"Se il CLIP è cresciuto nel tempo si deve soprattutto alla qualità: in primis appunto quella dei giurati, dal presidente che è il sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer a casting director che lavorano nei più grandi teatri lirici come il Metropolitan di New York, l'Opera di Parigi o le Monnaie di Bruxelles".
"Siamo poi orgogliosi che per i protagonisti si aprono sempre porte importanti tant'è che nella programmazione della prossima stagione della Scala ci saranno undici artisti tra vincitori e finalisti delle passate edizioni”.
“E' così – gli fa eco il Sovrintendente del teatro lirico milanese Meyer -. Tutti i vincitori degli anni scorsi lavorano bene e ad alto livello e questo fa sì che il numero dei partecipanti cresca sempre rendendo sempre più difficile il lavoro di noi giurati".
"Ma è comunque un piacere perché il compito dei grandi è dare una mano ai giovani ed è molto gratificante scoprirli, portarli avanti, proteggerli e aiutarli a proseguire nella professione un passo dopo l'altro”.