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Cultura e spettacolo

La pre-apertura della Mostra tutta in suo onore
2 minuti e 14 secondi di lettura
di Dario Vassallo

VENEZIA - Su di lei Humphrey Bogart, uno che di donne se ne intendeva, disse “fa sembrare Marilyn Monroe simile a Shirley Temple”. E non c’è dubbio che Gina Lollobrigida fu uno dei più importanti sex symbol internazionali degli anni Cinquanta e Sessanta. Una carriera lunga e variegata che le ha fruttato un Golden Globe, sette David di Donatello e due Nastri d'argento.

A meno di un anno dalla scomparsa, avvenuta lo scorso gennaio all'età di novantacinque anni, l'attrice italiana è stata celebrata alla Mostra di Venezia che ha dedicato l’intera serata della pre-apertura al suo fascino e al suo talento, a colei che ha contribuito a fare grande il cinema italiano, musa di Vittorio De Sica e tanti altri registi, non solo del nostro paese. Lei che cominciò la sua carriera all'Istituto di Belle Arti di Roma vendendo poi per mantenersi agli studi caricature disegnate col carboncino e posando per i primi fotoromanzi con lo pseudonimo di Diana Loris, terza nel 1947 a Miss Italia dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale, future stelle del cinema come lei.

Se nel 1952 diventò una star in Francia interpretando Fanfan la Tulipe che vinse l’Orso d'argento al Festival di Berlino, fu l’anno dopo con il ruolo della ‘bersagliera’ al fianco di De Sica in 'Pane, amore e fantasia' di Comencini che entrò definitivamente nell'immaginario collettivo grazie alla caratterizzazione della bella popolana povera ma dal cuore d'oro. Poi, dalla seconda metà degli anni cinquanta la Lollo, come venne soprannominata dalla stampa, diventò protagonista di produzioni internazionali recitando a fianco di divi come Humphrey BogartErrol Flynn, Burt LancasterTony CurtisFrank Sinatra, Rock HudsonSean Connery ed altri ancora.

La pre-apertura le ha dedicato due proiezioni speciali che rientrano nel programma della sezione Venezia Classici di quest’anno. Il primo è ‘Portraits of Gina’, episodio pilota di una serie televisiva ABC diretto da Orson Welles nel 1958, un progetto mai completato rimasto inedito fino al 1986, anno in cui proprio la Mostra di Venezia decise di proiettarlo in occasione del primo anniversario della morte dell'autore. Poi è stata la volta de ‘La provinciale’ diretto da Mario Soldati nel 1953. Il lungometraggio, presentato in concorsa al Festival di Cannes e tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia, è una storia di bovarismo a scatole cinesi molto originale dove Soldati dopo alcuni anni un po' in sordina ritornò ad un cinema di qualità e sperimentazione. Ma oltre a questo omaggio a Venezia gli ospiti della Mostra possono anche visitare un'esposizione fotografica dedicata all'attrice che insieme a un'altra allestita a Roma rientra nel complesso delle iniziative promosse dal Ministero della Cultura in onore della grande stella del cinema.