SAN FRUTTUOSO - A 18 metri di profondità per pulire il Cristo degli Abissi: anche quest'anno la squadra subacquea coordinata dalla Soprintendenza si è ritrovata nella baia di San Fruttuoso, sotto il monte di Portofino, per una giornata davvero speciale. Un gioco di squadra che mette insieme dal 2008 ad oggi ogni anno tutti i corpi subacquei delle forze dell'ordine, dai vigili del fuoco ai carabinieri, dalla polizia di Stato alla Guardia Costiera, dalla Marina Militare alla Guardia di Finanza che mette a disposizione la propria idropulitrice per il delicato intervento. Pochi giorni fa, il 29 settembre, la statua di Guido Galletti, realizzata grazie alla fusione di medaglie di Caduti donate dalle mamme e dalle vedove, medaglie di atleti, parti di navi, eliche, campane e cannoni, ha compiuto 69 anni. E dal 1954 ad oggi, l'azione dell'acqua più che del tempo ha deteriorato pian piano questa scultura, di cui esistono altre due copie: una è conservata all'interno dell'Abbazia di San Fruttuoso, l'altra in Florida.
"Prima che fosse sottoposta a tutela e quindi protetta dalla Soprintendenza, per i primi decenni della sua vita è stata purtroppo 'distrutta'. Per i primi decenni, infatti, i subacquei - come atto di devozione, pensando di fare un bene alla statua - tentavano di togliere le incrostazioni con spazzole di ferro, portando via non solo il biofouling, ma proprio il bronzo"
Spiega così Alessandra Cabella, soprintendenza per la città Metropolitana di Genova e La Spezia, a Primocanale uno dei motivi per cui lo stato del Cristo non sia così ottimale. A questo si aggiunge il fatto che nella statua, nata cava, è stato inserito del calcestruzzo con tondini di ferro nella statua bronzea: coi due diversi metalli a contatto nel mare si creano correnti galvaniche a detrimento del bronzo. "Per questo è fondamentale questo lavoro, grazie alla strumentazione più efficace, messa a disposizione gentilmente dalla guardia di Finanza, dal Ros, dal raggruppamento aeronavale di Genova al molo Giano".
"Attraverso questa idropulitrice, una sorta di pistola, spariamo acqua a una distanza di una trentina di centimetri dalla superficie, ripulendola senza avere contatti diretti"
Al di là del grande valore dell'intervento conservativo, questa iniziativa rappresenta anche l'occasione di ritrovo per tutti i corpi di sommozzatori della Liguria. I primi a costituirsi sono stati proprio quelli dei vigili del fuoco, come ricorda Gian Carlo Moreschi, capo del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Genova. "Per noi ha ha una grande valenza legata al fatto che chi inventò l'idea del Cristo degli Abissi, uno dei nostri padri fondatori, Duilio Marcante, che ha contribuito alla nascita dei sommozzatori dei vigili del fuoco ,i primi sommozzatori al mondo di un corpo civile di qualsiasi Stato, assieme agli altri pionieri della subacquea".
"Oggi siamo tutti qui, da Ventimiglia alla Spezia"
Ma il monumento è nato anche per ricordare tutte le vite perse in mare. Un simbolo, anche per chi lavora per salvarle e rischia la propria vita. "Per noi è un punto di riferimento, anche per ricordare i colleghi caduti", commenta il vicecomandante Michele Castellano Gaetano del nucleo subacqueo dei carabinieri, che ha ricordato come già da prima di questa bella iniziativa coordinata il reparto provvedesse alla cura della statua. Dopo le operazioni, durate più di un'ora, c'è un momento conviviale a bordo dove ci si ritrova tutti insieme, con le divise diverse. E del resto, secondo tutti, "è molto bello quando ci sono queste attività che si riuniscono e ed è molto bello interfacciarsi con gli altri, dato che alla fine facciamo parte della stessa famiglia che è quella dei sommozzatori", come ribadito anche da Lucia Guerresi, agente dei sommozzatori della polizia di Stato.