GENOVA - Grande ritorno per "I maneggi per maritare una figlia", la fortunata riproposizione teatrale di Tullio Solenghi di uno dei capolavori di Gilberto Govi: dopo le tre serate del 23, 24 e 26 settembre di 'ritorno alle origini' al Teatro Sociale di Camogli, da dove è partita questa produzione che ha messo insieme giovani attori, Tullio Solenghi e Elisabetta Pozzi, lo spettacolo andrà in tour per tutta la Liguria. Da Monterosso a Ventimiglia, diverse le date in programma.
Tra queste c'è la tappa al Teatro Rina e Gilberto Govi di Genova, che apre la sua stagione con due repliche già sold out sabato 30 settembre e alle ore 21 e domenica 1° ottobre alle ore 16. "La nuova stagione del teatro non poteva aprirsi con un titolo più azzeccato, i “Maneggi per maritare una figlia", commenta in una nota il presidente e assessore alla cultura di Regione Liguria Giovanni Toti. "Questa commedia incarna perfettamente lo stile del maestro Govi, rimanendo un classico della comicità che non smette di far divertire il pubblico attraverso i decenni. Se aggiungiamo a questo testo senza tempo le interpretazioni di artisti del calibro di Solenghi e Pozzi, il successo di pubblico è assicurato".
"Un risultato che dimostra anche l’importanza che realtà come il teatro Govi esercitano sul panorama culturale genovese e ligure"
Un teatro non di periferia, ma decentrato, come ama definirlo il direttore artistico Ivaldo Castellani, che si è soffermato sull'importanza di mantenere "il teatro dialettale che sta attraversando un periodo difficile per un problema di ricambio generazionale. Purtroppo i giovani non si accostano al teatro dialettale", constata Castellani, un problema legato al fatto che il genovese non venga tanto parlato, neppure in famiglia, facendo perdere così tutto quel gran patrimonio e quel colore che soltanto il zeineze ha. Ecco perché il teatro di Bolzaneto, sostenuto dai volontari, sta provando a fare alcuni esperimenti.
"Abbiamo una rassegna dialettale dal nome di 'Gipponetto Govi', l'anno scorso abbiamo realizzato quasi un musical con Michele e Franca Lai o abbiamo ospitato anche cabaret dialettale, con proposte che esulano proprio da quella che è la classica commedia"
Presente alla conferenza stampa la coordinatrice delle politiche culturali regionali Jessica Nicolini, che ha sottolineato come questo allestimento rappresenti "l'incontro tra la grande tradizione del passato con il grande Govi e l'innovazione, rappresentata perfettamente dall’interpretazione di Solenghi da noi premiato a giugno con l'onorificenza del San Giorgio d'oro", con la "capacità di unire generazioni diverse". Anche per questo motivo Regione Liguria ha deciso di sostenere la distribuzione di questo spettacolo di grande successo.
Cultura, Toti nomina Jessica Nicolini coordinatrice delle politiche culturali regionali - L'INCARICO
Ancora si ride, e molto, di fronte alle creazioni di quel burbero che fu Gilberto Govi. Lo sapeva bene Tullio Solenghi che ha deciso di riproporre una delle commedie più note del genio genovese: I Manezzi Pe Majà Na Figgia scritta da Niccolò Bacigalupo. Andata in scena nel 1957 al teatro Augustus di Genova, la commedia, due anni dopo, fu registrata dalla neonata RAI tv con la regia di Vittorio Brignole, messa in onda più volte e su diversi canali, ed infine distribuita in VHS e DVD di enorme successo. Solenghi affiancato da un ottimo cast, in cui spicca Elisabetta Pozzi, si “impossessa” di Govi come se fosse una delle maschere della storia del teatro comico: un Arlecchino, uno Zanni, oppure uno Charlot, un Totò.
Difatti Solenghi dopo la prima al teatro Sociale di Camogli, ha dichiarato: “Mi è stato subito chiaro che mi trovavo di fronte ad una Maschera della commedia, e, così come non proverei imbarazzo nel riprodurre un Arlecchino, mi sono lasciato docilmente calare nei panni e nella mimica di Gilberto Govi, assimilandone ogni frammento, ogni sillaba.” E anche grazie al meraviglioso trucco firmato da Bruna Calvaresi, il risultato è stato dirompente. "I Manezzi", continua Solenghi, sono uno dei momenti più esaltanti della più grande personalità teatrale genovese del secolo scorso.
"L’impresa l’ho subito giudicata ardua ma affascinante, perché riuscire a misurarsi con l’universo Govi era un sogno ed è un privilegio che inseguivo da anni, quando da ragazzino, nella mia Sant’Ilario, un giorno si sparse la voce che al ristorante del paese c’era Gilberto Govi...ci precipitammo tutti!!! Ce l’ho ancora davanti, sorridente, disponibile mentre tracciava lo schizzo della sua maschera su di un tovagliolo immacolato che ci rimase come prezioso cimelio! Da allora il mio sogno fu di portare in scena quella maschera”
Al fianco di Solenghi, nel ruolo che fu della moglie, Rina Gaioni, Elisabetta Pozzi, che abbandona le grandi figure drammatiche femminili che l’hanno resa celebre, per calarsi in un ruolo totalmente comico. E poi Roberto Arlinghieri (Venanzio), Riccardo Livermore (Riccardo), Isabella Maria Loi (Carlotta), Pier Luigi Pasino (Pippo), Federico Pasquali e Stefano Moretti (Cesare), Stefania Pepe (Comba), Laura Repetto (Matilde).