E' stato uno degli autori più significativi e innovativi del Novecento italiano unendo l'impronta neorealistica dei lavori iniziali alla fascinazione fiabesca e allegorica della maturità attraverso un percorso di ricerca sempre coerente e del tutto personale. Al sanremese d'adozione Italo Calvino nel centenario della nascita Palazzo Ducale dedica una mostra, 'Calvino cantafavole', in parallelo con un'esposizione inaugurata una paio di giorni fa alle Scuderie del Quirinale di Roma, che rappresenta una sfida inedita.
"E' una delle prime mostre in Italia che parla di uno scrittore - spiega Eloisa Morra che ne è la curatrice insieme a Luca Scarlini -. Calvino però si presta in modo particolare perché ha fatto dell'immagine popolare il centro della sua opera. Infatti ricostruiamo non soltanto gli artisti cui si è ispirato nel corso del tempo sin da bambino, d'altronde sognava inizialmente di diventare un fumettista e aveva in sé una passione visiva concreta, ma anche quelli che si a lui si sono ispirati creando nuove opere a partire dalle sue"
"C'è quindi questo doppio binario, una sorta di caleidoscopio in cui immergersi. A noi piacerebbe che il visitatore cogliesse soprattutto il senso di meraviglia che abbiamo cercato di trasmettere attraverso la scenografia elaborata dal Teatro della Tosse perché questa mostra è costruita veramente come un teatro, come uno spettacolo"
"E' proprio questo il motivo per cui credo si sia riusciti a mettere insieme qualcosa di molto attraente - le fa eco il presidente di Palazzo Ducale Beppe Costa -, in grado di coinvolgere anche un pubblico giovane. Celebriamo il rapporto di Calvino con la nostra terra e con tutte le arti che circondavano il suo scrivere. Rispetto a quanto si può vedere nelle Scuderie del Quirinale a Roma questo è un approccio diverso, più allegro nei confronti di un grande della nostra letteratura che non a caso è lo scrittore italiano più tradotto nel mondo".
I dipinti, le fotografie, i video e le illustrazioni presenti compongono una geografia sentimentale e inaspettata dello scrittore a partire dalla fondamentale raccolta delle Fiabe italiane passando per l'editoria, il teatro, l'opera lirica, la televisione, l'arte e la grafica. Il percorso scenografico introdotto da un'insieme di alberi dipinti e oggetti della memoria si sviluppa come un tragitto ideale che dai boschi delle alture scende verso il mare passando per i borghi dell'entroterra in un omaggio alla Liguria che fa da sfondo alle suggestioni e alle collaborazioni che hanno accompagnato l'arte di uno dei maggiori protagonisti della nostra letteratura nel secolo scorso.
"'Calvino cantafavole' ci accompagna a riscoprire un pezzo della nostra Liguria in cui ha vissuto a lungo - sottolinea il presidente della Regione Giovanni Toti - , ma anche un pezzo dell'ambiente che lo ha ispirato, ovvero il territorio che stiamo promuovendo in ogni modo. E penso che questo sia un grande modo per promuoverlo"
"Concordo sul fatto che una mostra su uno scrittore sia una scommessa - confessa il sindaco Marco Bucci per il quale l'opera di Calvino cui si sente più legato è 'Il barone rampante' "perché sta sopra un albero" -.
"Ci ha fatto piacere raccogliere questa sfida dal momento che siamo nell'anno in cui Genova è Capitale del libro per cui avere qui l'autore più celebre della nostra regione è importante dando la possibilità di vedere anche i paesaggi e gli ambienti che hanno ispirato la sua scrittura: un messaggio che può essere mandato alle future generazioni e ai nostri giovani, ma anche a chi è meno giovane"
Attraverso più di 200 opere, il percorso della mostra si snoda attraverso sei sezioni: le 'Memorie d'infanzia', ovvero il mondo dei cartoons che per primo lo ha influenzato costituendo il terreno privilegiato per storie venate fin da subito da un approccio fantastico; la collaborazione con Lele Luzzati al quale lo legava una notevole affinità grazie al comune interesse per la fiaba e il paesaggio ligure; il 'Mondo dei tarocchi' che testimonia la passione che negli anni Sessanta Calvino sviluppò per queste carte del destino dalla visionaria potenzialità; 'Fantastiche visioni', una mappa di artisti, grafici e illustratori di cui scrisse o che vengono citati nelle sue opere; 'Teatri della memoria' dove vengono ripercorse le collaborazioni con il mondo della canzone, del teatro e dell'opera e infine 'Genius loci. Il paesaggio della Liguria' che sottolinea il rapporto con i molti scrittori cui era legato che hanno tratto spunto dai magnifici luoghi della Liguria. Insomma, un vero e proprio percorso filologico che riassume storie e immagini che hanno fondato il gusto di colui che una volta Cesare Pavese definì 'uno scoiattolo della penna'.