C'è chi l'ha definita l'archetipo novecentesco del supereroe. Edith Piaf, straordinario talento canoro, ha conquistato un posto speciale nel cuore non solo dei francesi ma di tutti coloro che amano la musica. Nel sessantesimo anniversario della scomparsa il Carlo Felice ha commissionato un'opera lirica, 'Edith', in scena dal 17 dicembre, affidandola a Maurizio Fabrizio, alla sua prima esperienza in questo campo ma navigato compositore il cui nome è legato ad alcune tra le canzoni di maggior successo della musica leggera italiana, da 'Almeno tu nell'universo' a 'I migliori anni della nostra vita'.
“E' un'opera – afferma Claudio Orazi, Sovrintendente del Carlo Felice – che conferma la nostra vocazione di teatro d'avanguardia con il direttore emerito Donato Renzetti che guiderà orchestra e coro insieme ad una compagnia di canto di prima grandezza".
"Ma questa nuova produzione assume un'ulteriore carattere speciale in quanto propone una strettissima collaborazione con l'Accademia Ligustica di Belle Arti".
"E se in occasione della 'Rita' di Donizetti gli allievi di questa istituzione culturale avevano svolto il lavoro con i loro colleghi dell'Accademia di canto del Carlo Felice, qui firmano uno spettacolo, è la prima volta in assoluto che accade un evento come questo, al fianco dei più grandi protagonisti della scena registica, scenografica e costumistica internazionale. Insomma, guardiamo al futuro con grande forza e determinazione”
L'opera ripercorre la storia che tra il 1947 e il 1949 vide protagonisti Edith Piaf e il pugile francese di origine marocchina Marcel Cerdan, allora campione del mondo dei pesi medi, l'unico uomo di cui si innamorò perdutamente. Edith e Marcel erano entrambi combattenti, lui sul ring, lei nella vita. Una vita complicata sin dalla fanciullezza trascorsa in parte anche in una casa di tolleranza dove la nonna con la quale viveva dopo l'abbandono dei genitori faceva da cuoca. Un rapporto, il loro, che inizialmente tennero nascosto, esploso inevitabilmente sotto la luce dei riflettori e poi finito in maniera tragica con la morte di Cerdan in un incidente aereo proprio mentre la raggiungeva a New York. Ed era stata proprio lei a invitarlo a non andare in nave per arrivare il prima possibile.
“La gestazione di 'Edith' – confessa Maurizio Fabrizio – viene da molto lontano, quando da bambino ascoltavo alla radio o sui dischi le intramontabili melodie di questo mito. Ha avuto una vita ricca di sofferenze e dolori ma ha sempre cercato un riscatto nell'amore".
"Quando con Guido Morra che è autore del libretto abbiamo deciso di scrivere l'opera ci siamo voluti soffermare proprio su questo aspetto totalizzante, un amore bellissimo e complesso, restituendolo attraverso la musica che le appartiene e sulla quale ha basato vita e arte".
"Una sorta di femminista ante litteram che ha unito il talento a una grande determinazione e che abbiamo cercato di restituire in tutta la sua essenza”.