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Cultura e spettacolo

Con ‘Roma città aperta’ diventò un simbolo di orgoglio nazionale
1 minuto e 41 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Ha regalato al cinema e al mondo un’impressionante galleria di donne forti e tormentate, angosciate ed energiche. Sfrontata e umanissima al tempo stesso, dal suo sguardo dolente trasparivano secoli di umiliazioni, soprusi e rivolte e con il temperamento vulcanico che le era proprio è riuscita ad impadronirsi di ogni inquadratura vivendo i ruoli di popolana senza mezze misure, allo stesso modo di come visse la sua vita. Anna Magnani è stata un’icona del cinema italiano e mondiale che ha lasciato sullo schermo un’impronta indelebile, prima attrice italiana e prima non anglofona a vincere un Oscar per ‘La rosa tatuata’, 1956.

A cinquant’anni dalla scomparsa (26 settembre 1973, aveva sessantacinque anni) l’attrice verrà ricordata lunedì 11 dicembre alle 17.30 con un appuntamento monotematico nella ‘Stanza del Cinema’, iniziativa organizzata dal Gruppo Ligure Critici Cinematografici presso la sala della Società Ligure di Storia Patria al piano terra di Palazzo Ducale. Sarà Marco Salotti ad accompagnare il pubblico attraverso i momenti più importanti della sua carriera.

Entrata nel mondo del cinema seguendo il marito, il regista Goffredo Alessandrini da cui poi si sarebbe separata per vivere altre storie d’amore prima con Massimo Serato e poi con Roberto Rossellini, dopo il successo di ‘Teresa Venerdì’ di De Sica fu il ruolo della popolana uccisa dai nazisti dopo una corsa villana citata in tutte le antologie in ‘Roma città aperta’ (1945) che la fece diventare star e simbolo di orgoglio nazionale di un paese in rinascita e in ricostruzione. Al riguardo Giuseppe Ungaretti scrisse “Ti ho sentita gridare ‘Francesco’ dietro al camion dei tedeschi e non ti ho più dimenticata”. Poi ‘Bellissima’ di Visconti, il periodo americano che le portò l’Oscar e altri film con George Cukor (Selvaggio è il vento, seconda nomination e Orso d’argento a Berlino) e Sidney Lumet (Pelle di serpente) e quindi il ritorno in patria per regalare a Pasolini un’altra straordinaria interpretazione in ‘Mamma Roma’.

La discussione su colei che fu simbolo di un’epoca e di una nazione sarà aperta alla partecipazione del pubblico e l’ingresso è libero.