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Cultura e spettacolo

Ospiti importanti dalla Sardegna e dal Trentino sabato 10 febbraio nella frazione di Rocchetta Vara per il tradizionale appuntamento con le maschere dei nonni
1 minuto e 39 secondi di lettura
di Michele Varì

LA SPEZIA -La suggestiva novità quest'anno saranno gli ospiti in arrivo dalla Sardegna e dal Trentino Alto Adige, con le loro maschere e le loro tradizioni che si confonderanno e  contamineranno  con quelle altrettanto particolari della Val di Vara.
Ci saranno i caratteristici “S’Urtzu e Sos Bardianos” dalla Sardegna e “Alfagor Krampus” da Merano, dall'Alto Adige. Insomma l'isola più grande e il Nord, che si uniscono a Suvero, frazione di Rocchetta Vara, alla Spezia, dove sabato prossimo, 10 febbraio, torna l'appuntamento con il carnevale dei Belli e dei Brutti, una festa carnevalesca che non ha eguali in Liguria, legata a tradizioni che si perdono nei secoli passati. La tradizione che vuole che i ragazzi indossino le stesse maschere e gli stessi costumi usati un tempo dai papà e dai nonni.

Da una parte i belli con indossano vestiti dai colori vivaci e floreali, ricchi di trine, fiocchi e campanelli e in testa cappelli rivestiti di stessa stoffa, ornati da lunghi nastri variopinti, pizzi, perline e campanellini.
Dall'altra parte, i Brutti, rudi, con vestiti fatti di pelli di capra e pecora, sulla testa lunghe e grosse corna e il loro viso tinto di nero o ricoperto da bautte, le maschere originarie del Veneto dai tratti cupi ed arcigni. Brutti che si potranno distinguere anche dai grossi campanacci delle mucche della Val di Vara.

La grande festa di Carnevale inizierà alle tre del pomeriggio con la sfilata delle maschere nelle vie del paese, ma tappe ad ogni abitazione per assaggiare le specialità preparate appositamente per loro dai padroni, come per indurli a non fargli del male, rabbonirli. I belli faranno ballare le donne delle famiglie, mentre i brutti non risparmieranno scherzi e burle. La sera belli e brutti si riuniranno per diventare un'unica comunità, come a suggellare l'amicizia e l'affetto che contraddistingue da sempre gli abitanti della Val di Vara, che possono essere diversi, anche all'opposto, appunto belli e brutti, ma sempre uniti con tanto di cena serale a rinsaldare questa naturale amicizia.

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