E' l'unico dramma storico di Vincenzo Bellini. Composto tra il gennaio e il marzo del 1833 su libretto del genovese Felice Romani debuttò con Giuditta Pasta protagonista alla Fenice di Venezia se pure con scarso successo, cosa che il compositore siciliano attribuì al ritardo con cui Romani aveva consegnato il libretto, anche se negli anni successivi l'opera riuscì poi ad affermarsi entrando nel repertorio dei teatri italiani. E' proprio con una coproduzione tra la Fenice e il Carlo Felice che 'Beatrice di Tenda', sesto titolo della stagione lirica 2023/2024, arriva a Genova dal 15 al 22 marzo.
“Torna a quarant'anni di distanza dall'ultima rappresentazione – dichiara il Sovrintendente Claudio Orazi -. Una lunga attesa per un'opera imperdibile e di rara esecuzione, uno degli apici del belcantismo internazionale. Avremo sul podio il nostro direttore musicale Riccardo Minasi, reduce dal un trionfale successo di 'Idomeneo', al suo fianco il regista Italo Nunziata e una compagnia di canto di altissimo livello”.
L'opera si ispira a una vicenda di cronaca ambientata nel 1418, protagonista Beatrice sposata giovane con Filippo Maria Visconti, duca di Milano, che si trova coinvolta in una serie di complotti e tradimenti che alla fine le costeranno la vita. Una figura di eroina pura, simbolo di virtù, particolarmente adatta all'espressione melodrammatica di Bellini che a lei dedicò alcune delle sue arie più ispirate. E la natura stessa dell'intreccio dove trovano posto contrasti, tensioni e desideri permise al compositore siciliano di esprimersi attraverso una scrittura intensa e ricca di sfumature.
“Per il Carlo Felice è un nuovo grande appuntamento – sottolinea Jessica Nicolini, coordinatrice delle politiche culturali di Regione Liguria -. La messa in scena di un dramma storico rappresenta il segno di un grande rinnovamento del teatro che ha saputo, in questi anni, aprirsi a un pubblico giovane come non l'avevamo mai visto, grazie alla sua generosità e ad una programmazione mai banale”.
Dal canto suo il direttore Riccardo Minasi sottolinea come Bellini sia un compositore cui si sente molto legato: “La grande cura per il significato espressivo della musica legato alla parola, elemento cardine dell'estetica delle sue opere, rappresenta ogni volta una nuova sfida nel costante tentativo di porre un'attenzione particolare proprio a questo aspetto per restituire fedelmente al pubblico le intenzioni della sua musica”.