E' una mostra organizzata nell’ambito delle iniziative che la Camera del Lavoro di Genova dedica al ricordo dello sciopero generale del 30 giugno 1960 contro la decisione del Msi di svolgere nel capoluogo ligure - medaglia d’oro della Resistenza – il proprio congresso nazionale. 'Pace, lavoro e libertà', ospitata nello Spazio46 di Palazzo Ducale, rappresenta l'occasione per far conoscere parte del patrimonio storico artistico della Quadreria Cgil di Genova intitolata al pittore e scultore Enrico Bruno Novali, oltre 150 opere di pittura, scultura e arte grafica, realizzate in prevalenza da artisti liguri della seconda metà del Novecento, attualizzandone la memoria nel contesto sociale e civile del nostro tempo.
E' un evento – spiega Ilaria Bonacossa, direttrice di Palazzo Ducale - che testimonia la vitalità del calendario espositivo e delle proposte che Fondazione per la Cultura sa mettere insieme avvalendosi degli apporti di numerosi soggetti attivi sul territorio e accendendo i riflettori, attraverso l’arte, su temi sociali e civili. Un segno distintivo della nostra istituzione culturale, sempre più la casa della cultura della città”. “Ci consente di anche di coltivare – sottolinea dal canto suo Igor Magni, Segretario Generale della Camera del Lavoro di Genova - quella che non ci stanchiamo di chiamare la trasmissione della memoria unendola, in questo caso, alla bellezza dell’arte. Una memoria che deve essere difesa dai frequenti tentativi di revisionismo e che, oggi più che mai, dovrebbe servire a non cadere negli errori del passato perseguendo il miglioramento della nostra società e la sua crescita”.
Le opere esposte testimoniano l’evoluzione del tessuto urbano e industriale di Genova, la conquista di migliori condizioni di lavoro e di tutela di lavoratrici e lavoratori, per approdare al tema della Pace, intesa non solo come assenza di conflitto, ma anche come propensione della società civile alla solidarietà per l’inclusione e l’uguaglianza sociale nel rispetto universale dei diritti umani. Si va dal figurativismo futuristico di Giovanni Governato all’astrattismo informale di Gian Franco Fasce passando per la rivisitazione cubista di Eugenio Disconzi, la grafica di Attilio Mangini ed Ennio Calabria, fino alle sperimentazioni materiche di Raffaello Lucci e il lirismo pittorico di Arturo Santillo.
In definitiva, una breve ma significativa rappresentazione del riflesso nell’arte dei temi legati al lavoro e alla città, alla memoria di Guido Rossa di cui è visibile il bozzetto della statua di Piccapietra che si sta cercando far elevare come da idea del suo autore Franco Repetto, e all’arte stessa come linguaggio di pace in un’ideale visione di armonia e serenità.