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Cultura e spettacolo

Lo spettacolo è andato in scena ieri sera al Teatro Sociale
2 minuti e 10 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Risate, applausi e alla fine una vera e propria ovazione. Se il buongiorno si vede dalla prima rappresentazione, dopo 'I maneggi per maritare una figlia' anche il cammino di 'Pignasecca e pignaverde' con cui Tullio Solenghi ha riportato in vita per la seconda volta la maschera di Gilberto Govi si avvia ad una stagione di repliche trionfali. In un Teatro Sociale di Camogli strapieno è andato in scena un rito collettivo che continua ad alimentare i cuori della gente nonostante sia passato più di mezzo secolo da quando l'artista che resta tuttora l'emblema del teatro genovese ha portato il suo talento in palcoscenico valicando i confini della nostra regione (come ha fatto anche Solenghi con 'I maneggi') per imporsi in tutta Italia grazie anche all'aiuto della televisione.

Perché certe scene e certe gag rimangono indelebili e propedeutiche ad un classico meccanismo di anticipazione della risata, mai puntuale come in questo caso, per cui il pubblico sa già cosa accadrà in certi momenti e inizia a ridere prima, vedi quando il protagonista fuma il sigaro in posizione verticale per rallentare la combustione e farlo durare più a lungo. 'Pignasecca', come si sa, è infatti una commedia che affronta uno dei topoi classici della genovesità, ovvero l'avarizia, calata in un microcosmo genovese di altri tempi. Qui Felice vuol dare la figlia Amalia in sposa al cugino anziano, Alessandro, il più ricco mercante di Sampierdarena, pur di avere un un partito con le palanche mentre la ragazza è innamorata di Eugenio, un vicino di casa andato in America a cercare fortuna. Alla fine, ovviamente, tutto si sistemerà con buona soddisfazione anche di Felice che riesce persino ad evitare la dote.

Tra dialoghi e situazioni comiche si snoda un piccolo 'Moliere alla genovese' che rispetto ai 'Maneggi', essenzialmente una commedia degli equivoci, ha il valore aggiunto di una drammaturgia più raffinata e ambiziosa dove anche Govi elabora un personaggio differente: “Quello dei 'Maneggi' - afferma Solenghi – è una sorta di maschera bonacciona, una specie di finto tonto preda della moglie e della famiglia che si lascia un po' trascinare e racconta i suoi aneddoti mentre qui comanda lui, parte tutto da lui ed è lui, nel bene e nel male, l'artefice di tutto quello che succede nella sua famiglia”. Accanto a Solenghi che anche in questo caso non 'imita' Govi ma 'è' Govi, praticamente un clone, contribuiscono al successo dello spettacolo Mauro Pirovano nelle vesti del cugino pretendente e sconfitto, Roberto Alinghieri, Claudia Benzi, Laura Repetto, Matteo Traverso, Stefano Moretti e Stefania Pepe. Si replica fino al 9 e poi ancora il 16 e 17 ottobre.