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Cultura e spettacolo

Si intitola 'Musicanti con la pianola' e partecipano tra gli altri Alessandro Gassman e i Manetti Bros
1 minuto e 56 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Hanno scritto la colonna sonora di gran parte degli ultimi venticinque anni di storia del cinema italiano. I genovesi Pivio e Aldo De Scalzi, protagonisti di un sodalizio artistico nato nel 1997 con lo score de 'Il bagno turco' di Ferzan Ozpetek, vedono riconosciuta la loro arte in un film, 'Musicanti con la pianola' di Matteo Malatesta, che verrà presentato in anteprima alla prossima 'Festa di Roma' che si apre domani per chiudersi il 27 ottobre: un viaggio attraverso il loro punto di vista, suoni e visioni che partendo dallo scenario di una Genova inaspettata ci raccontano la loro lunga avventura nel mondo delle colonne sonore.

Ad accompagnarli, oltre allo stesso regista, c'è un cast d’eccezione, da Ferzan Ozpetek a Enzo Monteleone e da Alessandro Gassmann ai Manetti Bros. Una storia nata per rivelare almeno in parte il backstage di un’arte capace di emozionare nel silenzio dei riflettori: “Al giro di boa dei loro venticinque anni di carriera – afferma Monteleone - mi ritrovo ad avere oggi l’età che avevano quando hanno iniziato a scrivere colonne sonore: scavando nel loro passato, mi interessava scoprire il percorso che li ha portati a raggiungere un traguardo così ambizioso, i contrasti artistico-produttivi con cui si sono scontrati e i bocconi amari che hanno dovuto spesso ingoiare. Ma la cosa che più mi ha spinto a intraprendere questa ricerca era capire quale fosse il forte legame umano e artistico tra due personalità così diverse in tutti gli aspetti della vita e dell’arte e cosa ne sarebbe stato della vita di uno senza l’altro”.

La narrazione, che si dipana attraverso cene, viaggi e conversazioni spontanee, punta a far emergere il valore artistico, le peculiarità e i contrasti tra i due compositori impossibili da classificare con un unico stile, mai semplici esecutori di un compito a loro affidato ma sempre complici dei registi con cui collaborano. L'obiettivo è trasmettere un ritratto a tutto tondo del loro lavoro e delle relazioni umane intrattenute attraverso parole, digressioni artistiche e testimonianze visive inedite. E la partecipazione del regista in prima persona serve a far progredire la storia nella direzione dell’approfondimento e della ricerca incarnando non solo l’amico di Pivio e Aldo ma soprattutto la curiosità di uno spettatore qualunque che si pone domande sul mondo della settima arte alla caccia di segreti da rubare.