E' stata un successo, ieri sera al Carlo Felice, la prima de 'Il cappello di paglia di Firenze': pubblico numeroso e applausi convinti per la farsa in quattro atti che Nino Rota ha scritto traendo il libretto lui stesso con la madre Ernesta Rinaldi da una commedia che Eugene Labiche e Marc Michel scrissero a metà dell'Ottocento. Compositore universalmente noto per le sue straordinarie colonne cinematografiche, Rota vanta anche, se pure meno conosciuta ai più, una solida produzione colta nella quale spicca appunto quest'opera, gioco teatrale ironico e divertente nel quale l'autore rende omaggio tanto all'effervescenza rossiniana quanto alla genialità verdiana del 'Falstaff', modello riconosciuto per tante partiture novecentesche.
Una vicenda frenetica tra gelosie, inganni e travestimenti
L'opera è stata presentata con la regia di Damiano Michieletto che ha in parte rivisto la sua lettura già proposta alcuni anni fa al Carlo Felice. Una azione brillante, vivace, ben ambientata nella scena di Paolo Fantin con una struttura rotante su cui è costruita una abitazione con diverse stanze nelle quali e intorno alle quali si sviluppa la frenetica azione della farsa che vede snodarsi travestimenti, gelosie e inganni. Sul podio Giampaolo Bisanti ha regalato momenti piacevoli e molto bene si sono comportati coro e cast con Benedetta Torre e Marco Ciaponi su tutti.