“Tutto nel mondo è burla”: è il momento conclusivo del 'Falstaff' di Giuseppe Verdi, settimo appuntamento della stagione lirica del Carlo Felice in scena dal 7 al 13 marzo, che rappresenta la perfetta epitome di un personaggio grottesco, la versione ridicola del tragico maschile presente in ogni uomo, vittima del proprio cinismo, dell’inganno, della lussuria, della vanità, della presunzione e del tradimento.
E' tratto da 'Le allegre comari di Windsor' di Shakespeare
L'ultima opera scritta da Verdi è tratta da 'Le allegre comari di Windsor' ma in realtà Shakespeare creò il personaggio in un dramma storico, 'Enrico IV', relegandolo in un ruolo di contorno. Lo riprese solo dopo una precisa richiesta della regina Elisabetta I che si era talmente innamorata di questo carattere da convincere il drammaturgo a creare una commedia dove fosse tra i protagonisti. Fu così che nacquero 'Le allegre comari' dove Falstaff corteggia due belle e ricche signore per conquistare il loro cuore e mettere le mani nella borsa dei loro mariti illudendosi nella sua incorreggibile vanità, grasso e non di primo pelo qual è (anche se ritiene il suo pancione un irresistibile strumento di seduzione) di far innamorare perdutamente le due donne e farsi mantenere da loro.
Una produzione già applaudita a Salisburgo e alla Scala di Milano
Con Falstaff Verdi, ormai ottantenne, si assicurò un ultimo grande successo anche nel genere dell'opera buffa dopo l'esperienza giovanile di 'Un giorno di regno'. Al Carlo Felice viene presentato in un allestimento che si avvale di un protagonista di prestigio come Ambrogio Maestri, della direzione musicale di Jordi Bernasser e della firma di Damiano Michieletto, uno dei massimi registi internazionali, in una produzione già applaudita a Salisburgo e alla Scala di Milano.
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