GENOVA - Le pagine dei giornali, i suoi ritratti in primo piano, gli scatti rubati sul set o nel bel mezzo della sua vita privata, le fotografie che testimoniano il suo impegno politico: è lo stesso Pier Paolo Pasolini, con lo sguardo assorto e sempre intento a fare qualcosa a raccontare se stesso e la sua vita. Così Palazzo Ducale celebra i cento anni dalla nascita del grande intellettuale, nato a Bologna nel 1922, con una retrospettiva fotografica di grande rilievo che sarà visitabile fino al 13 marzo 2022 nella Loggia degli Abati. "Sono 260 fotografie che ritraggono per Paolo Pasolini in vari momenti della sua vita e il percorso si organizza in 16 tematiche. Abbiamo scelto alcune parole chiave per raggruppare gli scatti e accompagnare lo spettatore nel percorso", spiega a Primocanale il curatore Marco Muniz.
"Un percorso che in realtà è una mappa: è una mostra a indizi"
"Non è quindi una mostra esaustiva. Come delle briciole di pane o delle stelle per orientarsi, offre degli spunti ad ognuno per poi decidere in autonomia la propria visita, in base alla curiosità o all'energia, dato che la mostra è molto ricca". Le borgate di Roma e i suoi 'ragazzi di vita', l'impegno politico, il rapporto con la madre e il cinema: il racconto è intessuto di incontri, momenti quotidiani, riflessioni. L'allestimento è poi impreziosito da interviste e citazioni dell'autore che arricchiscono la biografia 'per immagini'. Tra queste, c'è anche quella che ha offerto il sottotitolo alla mostra:
"Non mi lascio commuovere dalle fotografie"
"Questa frase è estrapolata da una sua intervista in cui parlava di cinema, in cui dichiarava che per lui era quello il suo grande amore e gli dava l'importanza prioritaria. C'era poi una parentesi parallela rispetto al mondo della fotografia, che considera secondaria", aggiunge Muniz che con Roberto Carnero non ha voluto un titolo scontato. Del resto, lo stesso Pasolini scriveva "niente come fare un film costringe a guardare le cose", mentre "alle fotografie è sufficiente dare un'occhiata. Non le osservo mai più di un istante. In un istante vedo tutto".
Ricordarlo e farlo conoscere ai giovani: sono questi gli obbiettivi principali. E per le scuole secondarie sarà possibile anche partecipare ad un laboratorio fotografico. "È una mostra che emoziona e che ci restituisce l'intellettuale, poeta, scrittore della metà del Novecento", commenta l'assessore alla cultura del Comune di Genova Barbara Grosso.