GENOVA - Le rotte dei migranti, i loro passaporti, le foto di chi ha lasciato il continente in cerca di fortuna: a Genova rinasce dopo due anni di lavori la Commenda di Genova Pré con il Museo dell'Emigrazione Italiana, un luogo fortemente voluto dal Ministero dei Beni Culturali e realizzato grazie ad un grande lavoro di squadra tra Comune di Genova e Regione Liguria. "Non poteva essere che Genova il luogo deputato ad ospitare questo allestimento multimediale permanente, per il ruolo che storicamente ha sempre avuto", ha commentato il ministro Dario Franceschini, intervenuto telematicamente durante la cerimonia del taglio del nastro. Dall'Altare della Patria di Roma, il Mei cercava casa e l'ha trovata sul mare, in un edificio che è composto da due chiese cattoliche in stile romanico sovrapposte e da un edificio di tre piani.
Il percorso espositivo si sviluppa su tre piani suddivisi in 16 aree, costruite intorno alle storie di vita dei protagonisti dell’emigrazione: le esperienze dei singoli sono proposte al visitatore attraverso fonti primarie come le autobiografie, i diari, le lettere, le fotografie, i giornali, i canti e le musiche che accompagnavano gli emigranti, arricchite da 1300 immagini d'archivio accessibili grazie a 70 postazioni multimediali e 25 proiettori laser. Ci si potrà sedere a tavola, per scoprire quanto poco un migrante trovava nel piatto rispetto al fabbisogno giornaliero o sbirciare i viaggi oltreoceano, grazie all'interpretazione di alcuni genovesi come Massimo Olcese e Andrea Carlini. Ma il Museo si propone di essere in costante movimento, un luogo vivo, dove celebrare chi è espatriato o chi è poi tornato dopo aver fatto fortuna, dall'Unità d’Italia ad oggi. "Anche io sono stato migrante, e non dimentico quella sensazione che si prova a partire e non sapere se si tornerà", ha detto il sindaco Marco Bucci durante l'inaugurazione.
Centinaia di storie, più di duecento, che si intrecciano e che in un modo o nell'altro sono passate da Genova: "Sono le storie delle rotte di allora e delle nuove rotte, storie grandi come quella della famiglia di Papa Bergoglio o di Amadeo Peter Giannini, fondatore della Bank of America, ma anche storie piccole e comunque importanti", commenta l'assessore alla cultura di Regione Liguria Ilaria Cavo. Ma il valore di questo progetto sta anche nella scelta della Commenda.
"C'era bisogno di dare una nuova vita a questo meraviglioso edificio, che fa da cerniera dal Porto Antico e l'Acquario di Genova con i musei di Palazzo Reale e Strada Nuova"
I fondi per realizzare quello che era un sogno fino a qualche anno fa sono stati stanziati in parte dallo Stato e in parte dal Comune di Genova: l'assessore al bilancio Pietro Piciocchi è orgoglioso del risultato: "Le ultime fasi, come sempre in questi interventi, sono state molto concitate. Il restyling ha interessato sia la parte esterna sia quella interna, in un immobile che è molto difficile per le sue caratteristiche. Ma la scelta è ricaduta qui proprio nella logica di riqualificazione di questa parte di città".
"Abbiamo un progetto già in corso di riqualificazione di immobili degradati che verranno affidati a attività meritevoli, una volta ristrutturati. Qui nascerà il distretto del Jeans, mentre nel frattempo è attivo il bando per 200 negozi a cui il Comune paga l'affitto che vogliono investire qui"