Dopo il 2020 in cui in pratica venne cancellato e l'anno scorso quando eccezionalmente si svolse nel mese di luglio, il Festival di Cannes – la più importante manifestazione cinematografica dell'anno insieme alla Mostra di Venezia – torna nella sua naturale collocazione di maggio, da oggi a sabato 28, pronto a festeggiare con la consueta grandeur francese, oltre il ritorno ad una pseudo normalità, anche i suoi 75 anni.
Con una prima polemica subito sedata sul nascere. Il film d'apertura fuori concorso del francese Michel Hazanaviciuos (il regista vincitore dell'Oscar con L'artista) che inizialmente si intitolava 'Z (comme Z)' in omaggio ai film di zombie di cui riprende il genere ha dovuto cambiar nome in fretta e furia dal momento che quella lettera dell'alfabeto ha assunto un significato bellicoso con la guerra di aggressione condotta contro l'Ucraina dal governo russo perché la zeta rimanda al simbolo posto sui carri armati di Putin. E così il titolo, per evitare qualsiasi equivoco, è stato rapidamente cambiato nel più neutro 'Coupez'.
In ogni caso Cannes si prepara alla consueta invasione di addetti ai lavori e curiosi, triplicando come sempre in questi dieci giorni il numero di persone presenti normalmente in città. Cosa c'è da aspettarsi? Il concorso, che generalmente è la parte più conservativa di un festival, si affida ad un nutrito numero di glorie, più o meno vecchie, o di habituée della croisette che ovviamente non è detto non possano portare lustro alla manifestazione. C'è chi la palma d'oro l'ha già vinta, a partire dal rumeno Cristian Mungiu (nel 2007 con '4 mesi, 3 settimane, 2 giorni', portando a casa cinque anni dopo anche il premio per la sceneggiatura con 'Oltre le colline') che torna con un film che affronta il tema del razzismo dal titolo criptico di 'RMN'. L'hanno vinta anche il giapponese Kore-eda Hirokazu (2018, 'Un affare di famiglia') che presenta 'Broker' e lo svedese Ruben Ostlund (una delle palme più immeritate degli ultimi anni, 'The square', 2017) che ci farà vedere il suo 'Triangle of sadness'.
L'hanno vinta addirittura due volte i fratelli Jean Luc e Pierre Dardenne che verosimilmente con 'Tori et Lokita' riproporranno, comme d'abitude direbbero qui a Cannes, una storia di grande sfiga, quella di due ragazzi che scappano dall'Africa per arrivare in Belgio. Tra i mostri sacri del cinema che arrivano al Festival in concorso ci sono certamente anche David Cronenberg tornato dietro la macchina da presa dopo otto anni con un horror intitolato 'Crimes of the future', il sud coreano Park Chan-Wook con il poliziesco 'Decision to leave' e il polacco Jerzy Skolimowski con 'Hi han' curiosa vicenda che ruota attorno ad un asino.
Due film compongono la pattuglia italiana: Mario Martone abbandona per un anno Venezia e si presenta a Cannes con 'Nostalgia' interpretato da Pierfrancesco Favino dall'omonimo romanzo di Ermanno Rea ambientato nel rione sanità a Napoli, e Valeria Bruni Tedeschi con 'Les amandiers' sulla vita di tre ventenni alla fine degli anni ottanta. Per la verità batte bandiera tricolore anche 'Le otto montagne' diretto da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, anche questo di provenienza letteraria (l'omonimo romanzo di Paolo Cognetti vincitore del premio Strega 2017) con Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Da segnalare pure Marco Bellocchio che torna in una sezione collaterale, un anno dopo il conferimento della Palme d'honneur, con 'Esterno notte', miniserie destinata alla televisione sul rapimento di Aldo Moro che già aveva affrontato in 'Buongiorno notte' diciannove anni fa.
Laddove Cannes si gioca le sue carte più consistenti è il fuori concorso, a partire da 'Top gun: Maverick', pronto per uscire anche in Italia il 25 maggio, dove Tom Cruise dopo trentasei anni torna a vestire i panni del tenente dell'aviazione americana Pete Mitchell. Ci sono anche Baz Luhrmann (il regista di 'Moulin rouge') con l'attesissimo 'Elvis' sulla vita del grande Presley e George Miller con 'Tre anni di nostalgia'.
Infine, perché un festival è anche glamour, Cannes rimedia quest'anno alla terribile mancanza di star dell'edizione 2021 con un red carpet davvero elettrizzante che in dieci giorni sarà calcato, oltre che dal già citato Tom Cruise, anche da Tom Hanks, Idris Elba, Tilda Swinton, Berenice Bejo, Kristen Stewart, Lea Seydoux, Viggo Mortensen, Robert Pattison, Marion Cotillard, Anne Hathaway, Cate Blanchett, Donald Sutherland, Anthony Hopkins, Oscar Isaacs, Woody Harrelson, Michelle Williams e Isabelle Huppert. E non sono tutti. Insomma, non dovremmo annoiarci