Il senatore Luigi Grillo a Primocanale ha analizzato la situazione politica italiana dopo la caduta del governo Draghi. Parole forti nei confronti dei partiti che hanno portato alla rottura in seno alla maggioranza costringendo il premier a consegnare le dimissioni e il Presidente della Repubblica Mattarella a indire elezioni anticipate.
Conosco Mario Draghi da vari anni e lo considero, come tanti, il miglior capitale politico di cui disponga oggi l’Italia. Faccio fatica a non ammettere che la maggioranza dei parlamentari dei diversi partiti attualmente presenti alla Camera dei Deputati e al Senato sono i più impreparati, i più improvvisati, i più incolti, i più inesperti della storia del Parlamento italiano dal 1948 ad oggi. Il Parlamento dei nominati non degli eletti come è stato ricordato da acuti analisti politici. Ed è vero. L’attuale legge elettorale infatti non consente al cittadino elettorale di dare le preferenze, di scegliere cioè chi nelle varie liste dei partiti merita di essere promosso in Parlamento.
Questa la doverosa premessa per capire il significato di quanto accaduto al Senato il 20 luglio. La sfiducia al Governo Draghi voluta dal Movimento 5 Stelle di Conte in primis, sostenuta dalla Lega di Matteo Salvini e da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni a cui - rinnegando la sua storia politica – si è affiancato Berlusconi è stato un fatto clamoroso, impensabile, che in fretta ha fatto precipitare la credibilità del nostro Paese a livello internazionale.
All’estero non capiscono perché sia stato fatto fuori l’italiano di maggior prestigio e credibilità al mondo proprio in momento come l’attuale con una guerra in corso e le varie emergenze ancora in essere. In questi ultimi giorni quotidiani prestigiosi e di orientamento diverso come il Financial Times, New York Times, Figaro, El Pais, The Times, The Economist e Die Welt, hanno scritto manifestando il timore che una forza politica “post fascista” come Fratelli d'Italia d’intesa con un leader come Salvini – uno dei politici più vicini al Cremlino nell’intera Ue – precipiti l’Italia nel ruolo di pedina di quelli che vogliono generare scompiglio nei campi delle democrazie occidentali (Putin).
"Sono preoccupazioni che nascono dal fatto che il mandato del governo Draghi non è finito per scadenza naturale, ma è stato fatto terminare nell’aula del Senato per scelta volontaria e consapevole di Salvini e Meloni con la piena e convinta adesione dei grillini di Conte e anche di Silvio Berlusconi che per l’occasione ha tradito ciò che resta delle posizioni dei moderati dentro Forza Italia facendo cadere Draghi nel bel mezzo del conflitto ucraino, della lotta alla pandemia e dell’esecuzione del Pnrr Conte, Salvini, Meloni e Berlusconi si sono autoassegnati la responsabilità di un indebolimento politico dell’Europa e della Nato che fa sicuramente piacere a Mosca ma li definisce portatori di instabilità nella Unione europea” scrive Maurizio Molinari della Repubblica
Cosa accadrà in campagna elettorale? Intanto va fatto registrare che mai una campagna elettorale si è svolta in Italia nel mese di Agosto. Nel merito vale la pena riprendere le parole usate dal Presidente Mattarella quando ha annunciato lo scioglimento delle Camere.
Le emergenze nazionali che il Governo Draghi ha affrontato nei 18 mesi di vita sono ancora tutte fra noi e quindi chi si candida alla guida del Paese deve saper proporre durante la campagna elettorale delle soluzioni efficaci per far fronte al bisogno di sicurezza della cittadinanza e in particolare delle fasce più deboli:
- La crisi economica e sociale aggravata dall’inflazione causata dall’aumento dei costi dell’energia e dei beni alimentari
- La guerra della Russia contro l’Ucraina che mette a rischio la sicurezza europea
- L’attuazione del PNRR da cui dipendono i fondi europei di sostegno all’Italia
- Il contrasto ad una pandemia ancora pericolosamente diffusa.
Il Capo dello Stato ha anche indicato a tutti un metodo: ”Gli interventi proposti dovranno tener conto della sempre più necessaria collaborazione a livello europeo e internazionale"
I vincoli che non possiamo ignorare sono:
- il nostro debito pubblico che veleggia verso i tremila miliardi di euro;
- la nostra dipendenza energetica privi come siamo di fonti nucleari, incapaci di far funzionari i rigassificatori necessari a usare l’energia che importiamo;
- le riforme liberali che ci siamo impegni a fare per ottenere i generosi fondi europei;
- il ruolo della BCE;
In tale contesto è sperabile non assistere alle roboanti promesse elettorali che nel passato hanno caratterizzato talune campagna elettorali.
*Luigi Grillo, Senatore della Repubblica XII, XIII, XIV, XV, XVI Legislature
25 luglio 2022