ROMA - Meno di due mesi alle elezioni politiche del 25 settembre. Proseguono le trattative a livello nazionale tra i partiti. Il centrodestra parte in vantaggio secondo i sondaggi ma all'interno della coalizione ci sono ancora punti da chiarire come quello sollevato dalla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che vuole subito mettere al centro il nome di quello che sarà il presidente del Consiglio in caso di vittoria. Un tema che non sembra appassionare troppo gli altri leader, su tutti l'ex premier Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. E' previsto per domani, mercoledì 27 luglio, un nuovo vertice del centrodestra.
Nel mentre anche il Pd cerca una quadra. Lo strappo con il Movimento Cinque Stelle è ormai certo e alle urne del 25 settembre le due realtà si presenteranno separati. La direzione dei dem prevista per la giornata di oggi inizierà a fare il quadro. Nel Pd in Liguria c'è da risolvere la questione degli ex ministri Andrea Orlando e Roberta Pinotti che difficilmente verranno candidati in regione. Tempo limitato infatti a disposizione per stabilire alleanze e programma. Il centro prova a formare una coalizione unitaria ma sono tante le personalità all'interno. Il leader di Azione Carlo Calenda apre anche a una alleanza con il Pd ma a condizione che non ci sia Enrico Letta a fare il premier con lo stesso Calenda che spinge per Mario Draghi e nel frattempo ha in agenda un incontro con Matteo Renzi per fare il punto della situazione. Partite ancora totalmente aperte dunque.
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Lunedì sera intanto il leader di Italia al centro e governatore di Regione Liguria Giovanni Toti ha avuto una riunione con gli amministratori locali del suo schieramento. nel corso del vertice sono state analizzate tutte le possibili situazioni, ribadendo la forte critica alla scelta di far cadere il Governo Draghi. "Dobbiamo tenere conto di molti fattori nella gestione di questa crisi - ha detto Toti ai suoi - le divergenze di linea politica che abbiamo avuto con gli alleati, quello che sta accadendo nel polo di centro e come si muoveranno quelle forze nelle prossime ore. A cui si aggiunge, ovviamente, la responsabilità che abbiamo nella gestione della Liguria e di molti territori, avendo il dovere di evitare che al danno della caduta di Draghi si sommi la conseguente beffa di instabilità della Regione e dei comuni”.
Durante la riunione è stato sottolineato il fatto che la legge elettorale e il taglio dei parlamentari comporteranno vittoria e sconfitta per numeri molto piccoli, pertanto la Liguria diventerà fondamentale con i suoi senatori. Da 24 passeranno a 15 infatti i deputati e senatori liguri che verranno eletti attraverso i diversi collegi regionali. "Nelle prossime ore vedremo quali saranno le intenzioni dei nostri alleati in Regione - ha concluso Toti - e ovviamente anche delle altre forze politiche con cui c'è un dialogo aperto e costante. Confronteremo i programmi e saggeremo la disponibilità di confronto con tutte le parti".