GENOVA - Manca poco alle elezioni politiche del 25 settembre, ma come si vota? Cambiano le regole con la legge elettorale 'Rosatellum Bis', tutte da conoscere per un voto informato. Per la prima volta, infatti, il corpo elettorale per Senato e Camera dei deputati sarà lo stesso: mentre prima per scegliere i senatori era obbligatorio avere più di 25 anni, a settembre tutti gli italiani dai 18 anni in su potranno esprimere la loro preferenza. Inoltre, i parlamentari saranno meno, con un cambiamento che farà passare la Camera da 630 a 400 deputati e il Senato da 315 a 200. A spiegare i dettagli delle elezioni politiche ai microfoni di Primocanale è Lorenzo Cuocolo, avvocato e professore all'Università di Genova.
"La legge elettorale rimane praticamente la stessa ma c'è una grossa novità, ovvero che il senato sarà eletto da tutti, a partire dai 18 anni - spiega Cuocolo -, quindi viene parificato l'elettorato attivo per la camera dei deputati e per il senato della Repubblica. Voteremo con il rosatellum bis, di fatto è una legge elettorale pressochè identica prevista per la camera dei deputati, il sistema è per un terzo maggioritario con collegi uninominali e per due terzi proporzionale".
Per votare, fisicamente, il meccanismo sarà lo stesso sia per la Camera che per il Senato. Al seggio verranno consegnate due schede, una per ogni organo: per tutte le coalizioni ci sarà stampata la lista singola o il candidato al collegio uninominale (un terzo), accanto ai simboli, invece, ci sarà il 'listino bloccato', ovvero una breve lista dei candidati per la parte proporzionale (due terzi). Basterà mettere un segno sul simbolo della lista o sul nome del candidato al collegio uninominale. Se si sceglierà il simbolo, il voto andrà in automatico anche al candidato collegato. Se invece a essere scelto sarà il nome del candidato, il voto andrà automaticamente sui partiti della coalizione. A differenza delle ultime elezioni Comunali, non sarà possibile il voto disgiunto (che permette di scegliere un candidato non collegato alla lista dello stesso).
"Ricordiamo che un terzo dei seggi uninominali prevede che vinca la poltrona chi prende anche solo un voto in più degli altri - sottolinea Cuocolo -. Per questo presentarsi come coalizione, per i partiti, vuol dire aumentare le probabilità di vincere. Tutti gli altri voti sono persi: chi arriva secondo, anche solo di un solo punto, non prende niente. Nel sistema proporzionale, invece, i voti vengono divisi in proporzione tra i voti presi dai vari partiti, tenendo conto che ci sono delle soglie di sbarramento che variano per il singolo partito: a livello nazionale sono il 3% mentre per la coalizione si parla del 10".
Alle elezioni politiche di settembre 2022 le cose cambiano, anche per gli stessi partiti, soprattutto per i più piccoli o quelli 'appena nati'. "Il succo del discorso è che se un partito non è già presente in Parlamento o non si è già presentato alle precedenti elezioni con un certo grado di successo, deve raccogliere parecchie migliaia di firme per potersi presentare agli elettori", analizza Cuocolo. "Queste firme devono essere raccolte, autenticate e depositate entro fine agosto: è una corso contro il tempo. Molti partiti saranno esentati ma alcuni, come per esempio quello nuovo di Di Maio, Italexit, ma anche Alternativa, dovranno darsi da fare. Non sarà una passeggiata".