GENOVA - Le elezioni politiche fanno registrare il dato di astensionismo più alto di sempre, anche in Liguria. I cittadini liguri che si sono recati alle urne nella giornata di ieri sono infatti solo il 64,1% degli aventi diritto, quasi sette punti in meno della scorsa tornata elettorale.
Un clamoroso dato di elettori astenuti si conferma in tutta Italia, con circa 16 milioni di cittadini che hanno deciso o non hanno potuto esprimere il proprio voto (4 milioni in meno di voti rispetto al 2018 - come si legge sul Corriere della Sera -). Numeri allarmanti che portano la media italiana di persone votanti al 63,91%, poco sotto a quella Ligure. Nel 2018 l'affluenza in Italia si era attestata al 72,93% per la Camera dei deputati e al 72,99% per il Senato, già in calo di circa il 2,3% rispetto alle elezioni del 2013.
Nel capoluogo l'affluenza definitiva si ferma al 64,5% rispetto al 70,8% del 2018, in provincia di Imperia al 59,5% mentre le province che registrano più elettori andati alle urne sono La Spezia e Savona, dove si registrano rispettivamente un'affluenza del 65,8% e del 65,2%.
Già nella giornata di ieri i primi exit poll delle 12, che registrava un'affluenza del 21,8% in Liguria e del 19,2% in tutta Italia, avevano fatto alzare il sopracciglio a molti politici come Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria e esponente di Noi Moderati, che sul suo profilo Facebook scriveva: "Sarà una notte lunga. Per ora una sola considerazione, che spero preoccupi tutti allo stesso modo: l'astensione si conferma in crescita, anche alle consultazioni politiche, quando di solito gli italiani vanno con grande senso civico alle urne. Su questo bisogna lavorare molto".
Ai microfoni di Primocanale anche la segretaria regionale del Partito Democratico Valentina Ghio si era detta non ancora pronta a commentare i primi dati ma sicura nel mettere in guardia il mondo politico: "Il dato è preoccupante, si continua a registrare un'astensione crescente rispetto alle politiche del 2018. Il perchè di questi numeri dovrà essere l'urgenza su cui, da domani, tutte le forze politiche si dovranno interrogare, guardando al futuro in modo da lavorare per far tornare i cittadini a votare. Il perchè è sicuramente il senso di rassegnazione, di sfiducia che abbiamo percepito in queste settimane parlando con le persone, stando insieme agli elettori. E attenti, le sensazioni non sono verso una determinata forza politica ma verso tutto il sistema".