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Politica

3 minuti e 44 secondi di lettura
di Matteo Cantile

Giovanni Toti, leader di "Noi Moderati" presente alle elezioni con candidati uninominali nel centrodestra e di lista, commenta con soddisfazione l'esito ligure del voto nazionale: "Il centrodestra è primo in regione, trainato da FdI. Ho fatto i complimenti alla Meloni e le ho confermato che i nostri otto parlamentari saranno leali. Mi auguro che la Liguria sia rappresentata nel nuovo governo, perché siamo una regione strategica nell’economia nazionale per competitività, investimenti, porti. Non faccio suggerimenti ma abbiamo tante personalità, anche un ex viceministro che ha ottenuto grandi risultati (evidente il riferimento a Rixi, N.d.R.)".

Quindi, l'analisi delle singole candidature: "Complimenti ai nostri candidati, in particolare spicca il successo di Ilaria Cavo che era nel collegio più difficile. Dispiace per Biasotti, ma anche lui ha dato il massimo. Cosa non è andato nel collegio Camera 3, perché Biasotti ha perso? Probabilmente il terzo polo in alcuni quartieri ci ha sottratto un po’ di voti. Va detto che però in quell’area c’è sempre stata una buona quota di elettori di centrosinistra, non è una cosa sorprendente. Ci consolidiamo, invece, a ponente e nelle valli di ponente dove fino a pochi anni fa il centrodestra era molto meno rappresentato".

Toti sperava in un risultato migliore per la sua formazione. "Ovviamente - riconosce - il dato non ci soddisfa: a livello nazionale, si entra nella maledizione che la somma dei partiti non restituisce il risultato quando si uniscono. Le nostre forze singolarmente possono valere di più, purtroppo non c’è stato nemmeno il tempo, nella campagna elettorale agostana, di far passare la nostra proposta. Comunque la mia intenzione è di tenere unita la nostra pattuglia in apporto al governo di centrodestra. Faremo anche noi delle riflessioni politiche ma non subito, ora la priorità è il nuovo governo. Anche in Liguria abbiamo ottenuto un risultato molto inferiore rispetto alle amministrative: evidentemente il nostro elettorato non ha trovato dimora nella nostra lista ma anche nel resto del centrodestra, che in Liguria scende di circa 15 punti rispetto alle amministrative. Ho comunque sentito tutti i colleghi dei partiti regionali per complimentarmi con gli eletti e per iniziare un ragionamento anche di livello regionale, è bene interrogarsi a tutto tondo sul risultato. Evidentemente la Lista Toti non è riuscita a trasformarsi da soggetto locale amministrativo a soggetto politico: su questo ho già iniziato dei confronti con i dirigenti della mia lista per capire come muoversi, quale percorso seguire".

"Se vogliamo fare questo passaggio - prosegue - dovremo aprire una fase congressuale per aprirci ai normali strumenti della democrazia: non c’è fretta, il nuovo orizzonte sono le regionali del 2025".

La giunta regionale andrà ridisegnata: "Dovremo sostituire la Cavo e Berrino, coglieremo l’occasione del rimpasto per... fare il tagliando della giunta, cercheremo di rafforzare la squadra, sul piano della qualità ma anche della coesione politica. Saranno da ridistribuire, oltre alle deleghe della Cavo e di Berrino, anche le mie (la sanità, N.d.R.) e vedremo il da farsi. Sulle deleghe ci sarà da parlare, decideremo su come suddividere. Sostituiremo solo gli uscenti. Non facciamo nomi e ipotesi: ne parleremo ma al momento vogliamo solo ragionare sul rafforzamento della squadra, senza alcuna preclusione. Le tempistiche del rimpasto sono le prossime due settimane: abbiamo tanto da fare e non possiamo perdere tempo. Sette assessori sono di per sè pochi, cinque sono insostenibili".

Per qualche tempo era parso che Toti puntasse a una prospettiva di autonomia centrista, concretizzata alle elezioni poi dai soli Calenda e Renzi. "Il terzo polo - commenta laconicamente - ha ottenuto un discreto risultato. Il loro apporto comunque, fortunatamente, non ha destabilizzato la maggioranza di centrodestra, in ogni caso hanno fatto bene e faccio loro i complimenti, non so se loro se li facciano da soli".

Toti non crede che la rinuncia al voto abbia influito sul risultato. "L'astensionismo c’è stato in tutta Italia, in parte è fisiologico in parte è legato al fatto che molti elettori non si sono lasciati convincere dalle proposte. Resta il fatto che l’unico partito cresciuto, e straordinariamente, è Fratelli d’Italia: gli altri devono interrogarsi tutti".

Le grandi manovre del dopo-voto sono già cominciate? "Sull'ipotesi di un ricongiungimento tra Forza Italia e Noi Moderati penso che Fi ha fatto bene ma è passata dal 14% all’8%. Quindi il trend negativo non si arresta. Con Forza Italia, guidata in Liguria da Carlo Bagnasco, andiamo perfettamente d’accordo ma un ricongiungimento non si pilota da Genova ma da Roma. Spero che la Meloni governi 5 anni così avremo tutto il tempo per questo percorso".