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Politica

"Mettere 500 agenti a Ventimiglia, respingendo i migranti, non è un atteggiamento da Paese amico", dice il viceministro ai porti
1 minuto e 8 secondi di lettura
di Davide Lentini

ROMA - "Credo che mettere 500 agenti sul confine di Ventimiglia non sia un atteggiamento da Paese amico. Col governo francese lavoriamo benissimo su mille fronti e non si capisce questa chiusura totale sulla cogestione di un fenomeno come questo".

Interviene così il viceministro a infrastrutture e porti, Edoardo Rixi, in merito alla crisi diplomatica con la Francia sulla questione della nave Ocean Viking, carica di migranti, accolta nel porto di Tolone dopo che il Governo italiano ha deciso di non farla avvicinare alle sue coste. Per questo il Governo francese ha annunciato conseguenze nei rapporti tra i due paesi e ha rafforzato i controlli alla frontiera di Ventimiglia, con l'obiettivo di bloccare il passaggio di qualsiasi migrante verso la Costa Azzurra.

"La Francia nell'ultimo anno non ha rispettato i patti con l'Italia - commenta il viceministro Rixi - Doveva accogliere 3.500 immigrati e ne ha accolti 38. Quindi sia il piano delle redistribuzioni che gli accordi firmati con il governo Draghi precedentemente, per i francesi sono rimasti lettera morta".

"In questi giorni avevamo un problema abbastanza critico nel porto di Catania - spiega ancora Rixi, motivando così il divieto di attracco della Ocean Viking - Credo che in questo caso la Francia abbia sbagliato non solo nei toni, ma anche nel porsi. Su questioni di questo tipo una condivisione di carattere europeo è il tema che l'Italia deve cercare di portare avanti".