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Politica

"Inoltre, è noto che la videosorveglianza non ha alcuna funzione preventiva, ma semplicemente un'utilità investigativa dopo che il reato è stato commesso", spiega l'avvocato
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di Redazione

GENOVA - "Non è mostrando il "pugno di ferro" che si può pensare di fornire una soluzione seria per un territorio così complesso, i cui problemi diversificati hanno un unico comune denominatore" . Commenta così le dichiarazioni della Giunta comunale sull'installazione di 736 nuove telecamere nel centro storico di Genova Mattia Crucioli, del gruppo consiliare UNiti per la Costituzione.

"Le trovo gravemente inadeguate: innanzitutto, è noto che la videosorveglianza non ha alcuna funzione preventiva, ma semplicemente un'utilità investigativa dopo che il reato è stato commesso", spiega l'avvocato.

Secondo Crucioli, i vari problemi del centro storico hanno un solo denominatore: "La mancanza di una visione che non sia né quella del parco giochi per lo "sballo", né la cartolina patinata per turisti, ma un pezzo di città reale che deve essere protetto e valorizzato. È necessaria - immediatamente - una politica attenta e in ascolto delle esigenze e delle criticità reali del territorio e delle persone che lo abitano, che da anni non trovano riscontro da parte delle istituzioni. L'amministrazione ha il compito di sedersi a un tavolo insieme a tutti i soggetti attivi nel quartiere e immaginare un futuro possibile, non di calare dall'alto risposte costose, inutili e dagli inquietanti risvolti repressivi", conclude Crucioli.

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