“Gli europei pagano così tanto gas ed energia elettrica solo perché c’è un sistema sbagliato che va corretto: compito dell’Italia è lavorare per correggerlo”: lo dice l’ex ministro alla Transizione ecologica e attuale consulente del Governo Meloni per l’energia, Roberto Cingolani.
“I risultati che dobbiamo ottenere sono due – spiega Cingolani – il price cap sul prezzo del gas e il disaccoppiamento del prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto a quella prodotta con fonti termiche. Questi due provvedimenti riporteranno i prezzi in linea con quelli che attualmente vengono praticati negli Stati Uniti o in Cina: si tratta di superare l’attuale sistema di creazione del prezzo, basato sul TTF (il mercato virtuale per il prezzo del gas con sede in Olanda, ndr) che è certamente superato. Venti Paesi membri dell’Unione sono favorevoli a questi cambiamenti ma resistono alcune lobby che difendono lo status quo, è nostro compito superare queste resistenze”.
Altro aspetto cruciale è quello della transizione ecologica, su questo punto Cingolani ha una posizione molto poco ideologica: “La trasformazione del parco automezzi da termico a elettrico non è l’unica soluzione e non è comunque praticabile nei tempi che sono stati descritti a Bruxelles. In una questione complicata come quella delle tecnologie da applicare alla sostenibilità ambientale non esiste un’unica soluzione, il cosiddetto ‘proiettile d’argento’. E’ necessario investire su tutte le tecnologie che hanno un impatto positivo sull’ambiente: l’utilizzo dei carburanti sintetici, per esempio, garantisce una decarbonizzazione pari al 70-80% del totale”.
Cingolani snocciola i numeri che supportano la sua posizione: “Se anche riuscissimo, nei prossimi dieci anni, a elettrificare i 400 milioni di automobili che circolano in Europa avremmo ancora almeno un miliardo di veicoli con motore termico nel resto del mondo. E’ molto più efficace, nel medio periodo, favorire il rinnovamento del parco auto Euro 0, 1 o 2 che ancora percorrono le nostre strade, in Italia sono almeno 20 milioni di mezzi”.
L’elettrico, per Roberto Cingolani, sconta anche un problema di immaturità tecnologica: “Le percorrenze garantite attualmente sono calcolate in una situazione ideale, con gli accessori spenti e le strade pianeggianti. Se dotiamo le città di un numero sufficiente di colonnine di ricarica possiamo certamente auspicare a una maggiore elettrificazione ma non è questa la soluzione buona per tutto: mi fa piacere che Toyota e Stellantis si siano espresse in questa stessa direzione, una cosa simile sta facendo Bmw, che sta utilizzando diverse piattaforme e non sta abbandonando i motori termici”.
Cingolani chiude con un pensiero sulla ‘sua’ Genova: “Sono fiducioso, è una città difficile ma ha una popolazione molto resiliente. Solo vorrei che i privati avessero maggiore propensione a investire per renderla sempre più bella”.