GENOVA - "Fa male sapere che in qualche modo siano stati venduti i diritti umani". È questo il commento dal sapore amaro di Renata Briano, oggi food blogger ma fino al 2019 europarlamentare dei Socialisti e Democratici - il gruppo sotto la lente d'ingrandimento della magistratura per il cosiddetto Qatargate - carica raggiunta nel 2014 dopo essere stata dal 2000 al 2010 assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Caccia e Pesca per la Provincia di Genova e assessore all'Ambiente e alla Protezione Civile dal 2010 al 2014 per la Regione Liguria, sempre per il centrosinistra. "La magistratura sta facendo il suo lavoro - prosegue Briano - ma quello che si sente è davvero gravissimo e fa male sapere che tutta questa vicenda screditi un'istituzione in cui bisogna credere. L'Europa, la Commissione, il Parlamento e il Consiglio sono elementi fondamentali per il nostro futuro. Speriamo che l'indagine si concluda al più presto e si capisca cosa sia successo. Si parla anche di un allargamento, io spero resti il più ristretta possibile".
Briano faceva parte di un intergruppo del parlamento Europeo sul popolo Sahrawi del Sahara Occidentale che in seguito all'invasione delle proprie terre da parte del Marocco, uno dei due stati sospettati di aver corrotto gli europarlamentari, è costretto a vivere in campi profughi in Algeria oppure in mezzo al campo minato che si trova oltre il muro più lungo al mondo, 2.700 chilometri, proprio a sud del Marocco. "Sapere che anche durante il mio mandato dal 2014 al 2019 c'era già qualche scorrettezza fa ancora più male" dichiara Briano, che però all'epoca non sospettava quanto emerso negli ultimi giorni: "Per come l'avevo vissuta io all'epoca c'erano segnali in Parlamento non solo del mio gruppo, un po' di tutti, ma di posizioni politiche rispetto ai paesi del Medio Oriente, come il Marocco. Io appunto le interpretavo come politiche, non avevo idea che potessero esserci dei soldi e delle mazzette. I soldi li hanno trovati, si sono visti anche nelle fotografie. Vogliamo capire davvero la verità".
Secondo Briano ci potrà essere un contraccolpo, quello di "allontanare i cittadini dalle istituzioni europee. Negli anni in cui sono stata lì ho visto i miei colleghi lavorare seriamente secondo i valori dell'Europa ma anche del mio gruppo, noi lavoravamo moltissimo sui diritti umani, sull'ambiente e sulle altre priorità europee. Questi sono reati che riguardano persone - conclude -, non possono essere estesi a un'intera istituzione e non possono penalizzare l'Europa".