GENOVA - "Abbiamo fatto la rivoluzione, ora si cambia davvero". Così si è presentata Elly Schlein dopo aver appreso la notizia di aver vinto le Primarie del Partito democratico, su un competitor di tutto rispetto e favorito sulla carta, il suo ex presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Una vittoria inaspettata per molti versi e rivoluzionaria, trainata dall'ala più di sinistra del partito, che a Genova ha puntato prevalentemente su Schlein, credendoci fin dall'inizio.
"La sfida è ambiziosa ed Elly Schlein ha ribadito in questo mese e mezzo di campagna elettorale l'idea di un Partito democratico solido e unito ma chiaro nella proposta - ha commentato a Primocanale il segretario provinciale Simone D'Angelo -. Abbiamo assistito a una mobilitazione di tanti elettori che si erano allontanati dal Pd e che poi sono ritornati domenica per votare alle Primarie. Questo è un segnale positivo perché significa che abbiamo iniziato a recuperare fiducia. Negli ultimi dieci anni sono stati persi oltre 7 milioni di voti, persone che hanno scelto altri partiti non solo a sinistra ma anche a destra e il risultato di Elly è un primo passo e un valore aggiunto non solo per lei ma per tutto il partito".
A Primocanale, durante il nostro programma politico del lunedì sera, prime prove di intesa e alleanza tra il nuovo Partito democratico e il Movimento Cinque Stelle. Ad avvicinare i due partiti i punti del programma di Elly Schlein, commentati dal senatore pentastellato Luca Pirondini: dalle rinnovabili alla scuola e alla sanità pubblica, passando per il reddito di cittadinanza e il salario minimo. "Elly Schlein poteva iscriversi al Movimento e avrebbe fatto prima - scherza Pirondini -. I punti del programma sono uguali ai nostri, portiamo avanti le battaglie da anni e se queste sono le direttive penso che si possa creare un'alternativa importante a questa destra che invece sta andando in tutt'altra direzione. Se si rafforzeranno alcuni principi credo che per il Paese sia una buona notizia" rimarca il senatore Pirondini.
L'ala bonacciniana ha ammesso la sconfitta già durante lo spoglio di domenica sera, con le parole rammaricate ma a mano tesa del suo leader: "Serve responsabilità, daremo una mano per il rilancio del Pd". Così Stefano Bonaccini aveva concesso la vittoria a Elly Schlein. Sullo sfondo non dovrebbe esserci aria di scissione, a parte qualche fuoriuscita singola come quella di Giuseppe Fioroni, ex dirigente della Margherita e tra i fondatori del Pd. A conferma di ciò le parole del senatore del Partito democratico Lorenzo Basso, che a Primocanale ha escluso una sua dipartita.
"Da parte mia l'ho detto prima e lo confermo ora, non c'è nessuna ipotesi per me di uscire dal Pd, sono rimasto anche con Renzi nonostante fossi all'opposizione e rimarrò nel Pd sempre e comunque. Oggi non c'è quella tensione e quella divisione, bisogna tenere insieme i dirigenti del partito ma non credo sia giustificabile oggi lasciare il Pd dopo un percorso congressuale. Detto ciò penso che adesso la responsabilità sia della segretaria Schlein che dovrà tenere insieme le varie anime. Io condivido la posizione di Elly e di Stefano che è quella di andare avanti insieme, io darò una mano a chi ha vinto ma spetta loro tenere uniti i dem".