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Politica

È arrivato il "no" di Fratelli d'Italia e il commento laconico del presidente di Regione Giovanni Toti
1 minuto e 21 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - A Natale siamo tutti più buoni, dicono. E a Pasqua? Forse sì, dovremmo esserlo anche a Pasqua e invece quest'oggi, il consiglio regionale si è spaccato sulla processione di Savona. Al centro, il contributo pubblico per "sostenere l'organizzazione della processione del Venerdì Santo della città della Torretta". La divisione ha costretto i consiglieri proponenti a ritirare l'ordine del giorno. 

Il documento era stato presentato dai consiglieri Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) e Angelo Vaccarezza (Lista Toti Liguria) e avrebbe impegnato la giunta Toti "ad attivarsi al fine di sostenere, tramite contributo, e a promuovere, attraverso i canali istituzionali della Regione, con le modalità che riterrà più idonee, la processione del Venerdì Santo di Savona". Si tratta infatti di un antico rito della tradizione cristiana che affonda le proprie radici nel lontano Medioevo. Sull'odg sia la maggioranza che l'opposizione si sono spaccate, tra favorevoli e contrari. La consigliera di Fratelli d'Italia Veronica Russo ha chiesto "il ritiro dell'ordine del giorno perché non è di competenza del consiglio regionale". Secondo il consigliere regionale Roberto Centi (L.S.) "il consiglio regionale rappresenta un ente laico che non può sovvenzionare manifestazioni religiose".

"È la prima volta che viene presentata una proposta del genere", commenta il capogruppo Gianni Pastorino (Linea Condivisa) chiedendo l'ammontare del contributo. A chiudere il dibattito il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti: "Al netto della furia un po' giacobina mi sembra un dibattito inutile. Vorrei chiarire che la legge 21/1986 stabilisce già quali sono i criteri delle manifestazioni che possono accedere al finanziamento regionale sulla base dei requisiti di legge, che immagino questa manifestazione abbia come altre manifestazioni di carattere storico, rievocativo, religiose o laiche che siano". 

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